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Pezzotto TV, non è reato: se guardi la pay-tv senza pagare ti assolvono, è già successo, ecco il motivo

Tv illegale (pexels.com) - ilcorrierino.com
Tv illegale (pexels.com) – lineadiretta24.it

Zero condanne, se sei tra gli utilizzatori di Pezzotto TV te la cavi davvero con poco: ecco cosa è successo.

Nell’ultimo anno sono stati diversi i provvedimenti presi da parte delle autorità competenti per quanto riguarda l’utilizzo di metodi di streaming illegale. Le nuove multe e conseguenze hanno riguardato soprattutto il cosiddetto Pezzotto.

Si tratta di un abbonamento decretato illegale per guardare programmi che non sono presenti sul digitale terrestre.

Questo abbonamento pirata è stato al centro delle novità stringenti che riguardano lo streaming illegale.

Nonostante l’annunciata severità delle nuove sanzioni e valutazioni del reato, la situazione si è esplicitata come meno grave di quanto si pensasse. Ecco perché molti che sono stati “beccati”, infine hanno guadagnato l’assoluzione.

Quasi tutti assolti, ecco quali sono stati i motivi elencati dalla giudice

La situazione si è verificata proprio nel Salento. Alla sbarra del processo erano presenti ben 23 imputati, beccati dopo aver acquistato un abbonamento illegale di streaming televisivo. A pronunciare la sentenza la giudice monocratica Roberta Maggi.

Nonostante l’acquisto e il presunto utilizzo dell’abbonamento di streaming illegale, 13 dei 23 imputati sono stati pienamente assolti rispetto al reato. Infatti, quest’ultimo, si sarebbe verificato nel caso in cui gli imputati avessero tratto benefici economici dall’abbonamento, ad esempio rivendendolo. Ecco cosa è stato detto nella sentenza della giudice.

Assoluzione (pexels.com) - lineadiretta24.it
Assoluzione (pexels.com) – lineadiretta24.it

La sentenza salentina ribalta la situazione: in 13 non condannati

“Non esistono elementi tali da provare che gli imputati abbiano partecipato alle attività di produzione e immissione in circolazione dei supporti informatici, né che li abbiano detenuti per immetterli in commercio”, ha spiegato la giudice nell’atto di pronunciare la sentenza. La decisione di Maggi, infatti, si basa su precedenti sentenze della Cassazione, che avevano fatto grande chiarezza sul tema. In precedenza, la Corte aveva precisato: “Se l’acquirente ha ricevuto il supporto illecito per uso personale e non per immetterlo a sua volta in commercio si configura solo l’illecito amministrativo e non il reato di ricettazione”.

Gli imputati che sono stati assolti avevano acquistato da un uomo di Gallarate abbonamenti illegali IPTV che permettevano loro di accedere a contenuti trasmessi su piattaforme streaming a pagamento come Mediaset Premium, Sky, Dazn e altre. Infine, questi utenti sono stati obbligati a pagare solamente la sanzione in capo all’illecito amministrativo. Si tratta di una multa che era stata già notificata prima del processo e il cui ammontare corrisponde a 154 euro. Non sono certo pochi, ma senza dubbio non si tratta di una somma paragonabile a una condanna per ricettazione.