Assegno di disoccupazione bloccato: da oggi non te lo danno più: migliaia di cittadini senza più un centesimo, disperazione totale
Bloccato l’assegno di disoccupazione per migliaia di italiani. Si finisce per trovarsi definitivamente senza denaro, ecco cosa sta succedendo proprio ora.
L’assegno di disoccupazione rappresenta una rete di sicurezza, che si rivela essere fondamentale per chi si trova senza lavoro. Purtroppo però, sembra che nelle ultime settimane, siano migliaia gli italiani che si sono trovati di fronte a una situazione inaspettata; ovvero la sospensione dei pagamenti.
Una decisione improvvisa, che ha purtroppo, gettato molte famiglie nella disperazione.
Considerando il particolare periodo dell’anno in cui ci si trova ad affrontare un gran numero di spese, il sostegno economico diventa ancora più cruciale.
Occorre quindi comprendere cosa sta succedendo, per evitare di avere delle problematiche.
Naspi: un diritto fondamentale, ma non per tutti
La Naspi è una forma di ammortizzatore sociale ed è in grado di garantire un sostegno economico, a tutti coloro che hanno perso involontariamente l’impiego. Si può accedere al sostegno solo nel caso in cui si sia in possesso di specifici requisiti come: aver lavorato almeno 13 settimane negli ultimi 4 anni e aver perso il lavoro per cause che non possono essere attribuite al dipendente.
Quindi le dimissioni volontarie, ad esempio, non danno diritto alla Naspi, questo perchè il lavoratore ha scelto consapevolmente di rinunciare alla propria occupazione e non ha diritto ad accedere all’ammortizzatore. Un sistema questo, strutturato per garantire equità, ma che lascia fuori una parte di persone che potrebbero trovarsi in difficoltà.
La verità dietro il blocco: il caso delle dimissioni di fatto
Il motivo per cui migliaia di sussidi sono stati bloccati è il fenomeno delle dimissioni di fatto. Per chi non ne conoscesse il significato, in questo modo si va a definire un comportamento che viene messo in atto dal lavoratore per costringere il proprio datore di lavoro a licenziarlo per poter accedere al sussidio Naspi. Si parla di dimissioni di fatto, quando ci sono assenze prolungate e ingiustificate che superano i 15 giorni previsti dal Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro.
Le nuove disposizioni cercano di evitare che questi comportamenti vengano messi in atto per ottenere benefici economici. Le indagini in merito però, rischiano di bloccare i pagamenti anche di chi ha agito regolarmente. Fino a quando non di provvederà a provare che vi sia stata una perdita involontaria del lavoro, l’INPS potrà considerare il comportamento assimilabile a una dimissione volontaria, escludendo il soggetto dal beneficio. Il procedimento viene messo in atto per la salvaguardia delle risorse pubbliche, ma può mettere in difficoltà i cittadini che pur avendo rispettato le regole si trovano senza beneficio.