Buoni pasto ai lavoratori, continua la querelle: i datori dicono no, la Cassazione tira dritto: occhio, potrebbe non valere per tutti
Continua la bufera sui buoni pasto ai lavoratori. C’è chi si oppone fermamente, e anche la Cassazione si è pronunciata.
In Italia da qualche tempo si sta combattendo una battaglia che vede al centro uno dei benefit più utili per alcuni lavoratori: i buoni pasto.
Siano essi fisici – in forma cartacea – o dematerializzati – caricati su una speciale carta tipo bancomat – per i dipendenti sono di grande aiuto.
C’è da dire però che secondo una recente indagine, come riporta quifinanza.it, la loro utilità non è completa in quanto pare che per un lavoratore su due non riescano a coprire realmente il costo del pranzo.
In ogni caso servono. Ma alcuni datori di lavoro si stanno opponendo alla loro erogazione. Anche la Cassazione si è espressa sull’argomento. Cosa ha deciso? Vediamo.
Buoni pasto ai lavoratori: la querelle
I buoni pasto sono dei particolari benefit, o meglio fringe benefit (pagamenti non in denaro), che alcune aziende erogano ai loro dipendenti. Il costo medio in Italia è di circa 6 euro, ma il valore nominale di ogni ticket può variare dai 4 ai 10 euro. Come abbiamo detto però da uno studio sembra proprio che non siano sufficienti a coprire il prezzo del pranzo. Ed è per questo motivo che più che altro vengono utilizzati per fare la spesa.
Alcune insegne di supermercati convenzionati infatti li accettano come pagamento a fronte di una normale spesa alimentare, purché coprano l’intera somma o eccedano. Non danno infatti diritto a resto. Anche se convengono a tutti, compresi i datori di lavoro per i quali soni deducibili al 100%, molti si stanno opponendo. Perché mai?
Cosa dice la Cassazione
Come i lavoratori sanno, fino ad oggi i buoni pasto non venivano erogati per il periodo delle ferie. Le cose sembra però stiano cambiando. La Corte di Cassazione nell’ordinanza n. 25840/2024 sancisce che i buoni pasto sono un diritto dei lavoratori, anche in ferie. Il terzo grado di giudizio si è espresso in un caso specifico: un dipendente di una azienda della Regione Campania ha avviato una causa per difendere quello che ritiene un suo diritto. E in effetti i giudici si sono espressi favorevolmente.
Anche se per ora questa non è una prassi e non è legge, come spesso accade tale sentenza potrebbe rappresentare un precedente, dando la possibilità a tutti i lavoratori di esigere lo stesso trattamento. E potrebbe aprire la strada a eventuali ricorsi. I datori di lavoro non saranno molto contenti, ma per ora possiamo solo attendere nuove notizie in tal merito.