Il capufficio mi molesta, come faccio a provarlo: mobbing, avances, offese, ecco come proteggersi e tutelarsi per Legge
Come tutelarsi se il proprio capo o responsabile fa delle avances sgradite o ci mette a disagio. La legge parla chiaro.
Il luogo di lavoro dovrebbe essere un ambiente rilassato e accogliente, poiché spesso vi passiamo gran parte della giornata.
Questo ci porta a lavorare con profitto e serenità, al netto del normale stress eventualmente dovuto ai compiti da svolgere.
Ma spesso si trasforma in un incubo. Un capo o un responsabile che fanno avances sgradite, osservazioni antipatiche, critiche gratuite. O peggio vero e proprio mobbing. In questi casi ogni giornata diventa più pesante e difficile da affrontare, causando forte stress e anche depressione.
Possiamo però difenderci da tutti quegli atteggiamenti che ci causano sofferenza inutile sul posto di lavoro. La legge è dalla nostra parte, dobbiamo solo sapere cosa fare.
Mobbing o simili sul lavoro: come difendersi
Un richiamo, un appunto, un’osservazione dal proprio responsabile sono accettabili, purché siano circostanziati, non offensivi né aggressivi. Non devono ledere la nostra dignità. Nel caso di mobbing occorre precisare che per essere considerato tale le offese e le vessazioni devono essere frequenti – alcune volte al mese – ripetute nel tempo, e avere carattere persecutorio. Inoltre tale condotta, come ricorda studiolegalealbini.it “deve essere finalizzata alla mortificazione ed emarginazione del lavoratore”.
Cosa fare se ti trovi in questa situazione? Innanzitutto raccogli le prove. L’elenco fornito dal sito citato è lungo e comprende: registrare le conversazioni, tenere un diario di ciò che accade con tanto di data, nome , luogo ed eventuali testimoni. Fai ogni richiesta in maniera formale e per iscritto. Cerca colleghi disposti a testimoniare e parla di ciò che ti accade: potresti non essere solo. In caso di malessere parlane con il tuo medico e mettiti in malattia. Ma non dare le dimissioni prima di aver agito legalmente.
Cosa puoi fare
Anche in caso di avances sgradite la prima regola è raccogliere più prove possibili. Quindi la prima cosa da fare è mettere per iscritto che tali comportamenti non sono accettati. Dopodiché, se dovesse insistere, puoi rivolgerti ad un Consigliere di parità, cercandolo sul tuo territorio, che convocherà le parti per cercare un accordo.
Oppure puoi rivolgersi ad un sindacalista. Anche questa figura contatterà il datore di lavoro cercando una soluzione. Hai anche altre possibilità: l’Ispettorato del lavoro o un bravo avvocato. In ogni caso qualunque azione tu voglia intraprendere, ricorda che hai bisogno prima di raccogliere più prove possibili di quanto affermi. Solo così potrai avere la certezza di essere tutelato nel migliore dei modi.