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Pignoramento conto corrente, la legge NON è UGUALE per tutti: si prendono i soldi solo da alcuni e da altri no I Ecco chi sono gli sfortunati e perché

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La legge (foto di Pavel Danilyuk da Pexels) – Lineadiretta24.it

Il pignoramento del conto corrente è una dura realtà. Che però non riguarda tutti. Perché ad alcuni vengono prelevati i soldi e ad altri no?

Nella vita purtroppo può capitare di ritrovarsi in situazioni difficili economicamente e di affrontare alcune problematiche e vicissitudini dure.

I guai finanziari possono succedere a tutti. Trovarsi senza lavoro, essere costretti a chiuder un’attività, non riuscire a far fronte ai debiti, è un vero dramma.

Quando non si riesce a coprire il proprio debito verso terzi o anche verso lo Stato, il creditore ha nelle sue mani un mezzo per recuperare i soldi: il pignoramento del conto corrente. 

Ma perché ad alcuni prelevano tutti i soldi e ad altri non li toccano? La legge non dovrebbe esser uguale per tutti? Scopriamolo.

Pignoramento conto corrente: non per tutti

Quando abbiamo un debito verso terzi, che sia un Ente, un privato o lo Stato, questi per rientrare in possesso delle somme, come detto, possono richiedere il pignoramento del conto corrente, ovvero prelevare i soldi direttamente dal conto. Dopo averne fatto richiesta e aver svolto tutto l’iter, la banca informerà il creditore della presenza di fondi, e poi sarà il giudice ad assegnare la somma che nel frattempo verrà congelata.

C’è da dire che non esiste un limite, anche un debito di soli 500 euro può essere coperto in questo modo. Inoltre in caso di conto in negativo, le somme che saranno versate dopo il pignoramento non verranno considerate fino a che non lo renderanno con saldo positivo. Tutto questo però non vale per tutti.

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Il pignoramento del conto corrente (Foto di chris s da Pixabay) – Lineadiretta24.it

Cosa dice la legge

Non a tutti sarà svuotato il conto corrente. La legge prevede delle limitazioni nel caso il debitore sia un dipendente o un pensionato. In questo caso si potranno pignorare solo le somme che superano il triplo dell’assegno sociale – circa 1600 euro – e non di meno. Somme che però sono derivanti solo e unicamente da stipendio o pensione e non da altri redditi.

Inoltre la banca per estinguere il debito dovrà trattenere un quinto di ogni mensilità, calcolato sul netto. Nel caso dei pensionati, prima di questo calcolo occorre dedurre il minimo vitale che al momento è pari al doppio dell’assegno sociale e non può scendere sotto i 1000 euro. Quando poi il creditore è direttamente l’Agenzia delle Entrate vi sono limiti diversi, come riporta brocardi.it : “un decimo se l’importo non supera i 2.500 euro mensili; un settimo se il reddito mensile è tra 2.500 e 5.000 euro; un quinto se supera i 5.000 euro”.