Frutta e verdura fanno bene: sì, ma senza pesticidi I Ufficiale: ecco l’elenco di quelli più nocivi I Portano malattie, non mangiarli
Tra prodotti ogm e con decine di additivi non ci si può più fidare di mangiare frutta o verdura qualunque: ecco quali evitare.
La corretta alimentazione è al centro del dibattito pubblico ogni anno di più: infatti diventa sempre più diffuso ordinare cibo d’asporto oppure cucinare piatti pronti surgelati, visto che si ha sempre meno tempo da dedicare alla cucina.
Nello specifico, oggi parliamo della problematica che coinvolge cibi generalmenteconsideratisani, ovvero la frutta e la verdura, che, sfortunatamente, a causa di una produzione che va al contrario rispetto al ciclo naturale di crescita e raccolta delle piante, non risultano più essere universalmente salutari.
In alcuni casi, infatti, ci ritroviamo ad acquistare prodotti provenienti da colture intensive, in cui troppo spesso vengono utilizzati pesticidi o altri tipi di sostanze che preservano il prodotto dal deterioramento o dall’infestazione di insetti, ma contemporaneamente vanno a intaccare la salubrità del frutto o della verdura che ingeriremo.
Uno studio condotto da Legambiente e Alce Nero ha evidenziato quali sono i tipi di frutta o verdura che più spesso hanno subito contaminazioni da questo tipo di sostanze: ecco tutti i dati.
Il report dei due enti: i dati sconvolgono tutti
Lo studio condotto da Legambiente e Alce nero si è condotto a partire dal 2022: sono stati analizzati circa 2.085 alimenti provenienti dall’agricoltura ordinaria e da quella biologica.
I dati, infine, hanno evidenziato come nell’agricoltura convenzionale ci fosse una maggiore frequenza di irregolarità rispetto alle soglie consentite dalla legge di sostanze come i pesticidi – e non solo – presenti all’interno dei prodotti.
La classifica dei prodotti maggiormente contaminati
Nell’ambito dell’agricoltura convenzionale, lo studio ha evidenziato la presenza di una sostanza non ammessa per la presenza di un fitofarmaco revocato poi dal mercato. A presentare livelli più alti di irregolarità in questo senso sono stati i peperoni, le insalate, i pomodori, infine, a seguire, gli ortaggi a foglia.
Non si tratta, dunque, di una indicazione universale, ma di uno spunto che dovrebbe metterci all’erta rispetto alla possibilità di contaminazione di frutta e verdura e dovrebbe spingerci a verificare sempre la provenienza e la modalità di coltivazione dei prodotti che acquistiamo. L’ideale sarebbe avere un nostro orto, ma ovviamente non tutti possono permettersi, a livello di tempo e denaro, di averne uno per sé, pertanto l’ideale è affidarsi alle etichette o trovare un “contadino” di fiducia presso il quale compiere tutti i nostri acquisti.