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Gli avvocati sono come i preti: segreto professionale, se ti ‘confessi’ devono tutelarti o possono denunciarti: l’esperto svela l’arcano, ma tieniti forte

Confessione e segreto professionale (pexels.com) - lineadiretta24.it
Confessione e segreto professionale (pexels.com) – lineadiretta24.it

La sottile linea di confine tra la confessione a un sacerdote e quella fatta a un avvocato: ecco cosa si rischia.

Negli ultimi anni l’interesse per il true crime, ovvero per le storie di crimine, si è molto acuito, al punto che siamo invasi da serie e podcast, che spesso sono ambientate, però, in America: è bene quindi ricordare che le leggi statunitensi sono ben diverse da quelle italiane.

Nel corso di queste storie spesso vediamo l’entrata in scena della figura dell’avvocato difensore, d’ufficio o non, che è preposto alla difesa della persona accusata di un crimine. Proprio come lo psicologo o il prete, il legale è vincolato dal segreto professionale che gli impone di non rivelare quanto appreso dal proprio assistito.

Questa imposizione è sancita dall’art. 28 del Codice Deontologico forense, contenente tutte le norme che il legale deve osservare nell’esercizio della sua professione; il Codice stabilisce che il segreto professionale è un dovere, oltre che diritto, primario e fondamentale dell’avvocato.

In virtù di quanto stabilito dal codice, il legale non può assolutamente rivelare quanto gli è stato confessato dal proprio assistito non solo quando il rapporto di lavoro è in essere, ma anche una volta concluso. Nello specifico, infatti, il segreto professionale deve essere mantenuto anche quando il mandato sia stato adempiuto, concluso, rinunciato o non accettato. Ci sono, però, alcune rare deroghe: ecco quali.

Segreto professionale: quando il legale può denunciarti

Bisogna tenere presente che la violazione del segreto professionale da parte di un avvocato è punibile con pesanti sanzioni disciplinari che possono consistere nella censura e nella sospensione dell’esercizio da uno a tre anni.

Questo accade dal punto di vista della violazione del codice deontologico, ma non è l’unica conseguenza: tale violazione costituisce anche reato, pertanto è punita con la reclusione fino a un anno o con la multa da 30 a 516 euro. Invece, le deroghe a tale obbligo sono solamente quattro e attengono a situazioni molto specifiche.

Avvocata (pexels.com) - lineadiretta24.it
Avvocata (pexels.com) – lineadiretta24.it

Quando le deroghe possono “incastrarti”

L’avvocato può divulgare quanto gli è stato confessato dall’assistito solamente nel caso in cui tale divulgazione sia funzionale a quattro scopi: per lo svolgimento dell’attività di difesa; per impedire la commissione di un reato di particolare gravità; per allegare circostanze di fatto in una controversia tra avvocato e cliente o parte assistita; nell’ambito di una procedura disciplinare.

Pertanto, se si verifica una di queste circostanze, l’avvocato può infrangere il segreto professionale senza incorrere in penesanzioni di alcun tipo.