Trattamento di fine rapporto (TFR), passa la nuova legge: da ora finisce direttamente nei fondi pensione | Solo 1 su 3 ne ha uno, dovrai averlo anche tu
Una proposta di legge sul tavolo potrebbe stravolgere le sorti del denaro che si riceve con il trattamento di fine rapporto (TFR).
Proprio in questi giorni è al vaglio una proposta di legge che ci fa comprendere quale sia la situazione pensionistica futura dei lavoratori di oggi e dei giovani italiani.
Vista la precarietà di molte occupazioni e i requisiti piuttosto irraggiungibili che riguardano la pensione che un giorno dovrebbe essere erogata dall’Inps, il Governo italiano – e non solo – sta incoraggiando i lavoratori a occuparsi di quella che viene chiamata previdenza complementare.
Si tratta di fondi pensionistici che possono essere attivati e gestiti dai contribuenti che non costituiscono, come dice il nome, una alternativa alla pensione provvista eventualmente dall’istituto previdenziale statale, ma una aggiunta.
Per un ulteriore incoraggiamento all’apertura e al “nutrimento” di questi fondi, la proposta di legge si regge sull’idea di destinare direttamente la somma prevista dal TFR al fondo pensionistico invece di restituirla al dipendente.
Il sostegno del Governo ai fondi pensione
Questa proposta sarebbe, comunque, solamente un altro tra i provvedimenti che sono stati già intrapresi per incoraggiare i fondi pensione: infatti è già attiva la possibilità di beneficiare di detrazioni fiscali sui contributi versati ai fondi pensione. Si tratta di un meccanismo che permette, a chi ha aderito a un piano previdenziale integrativo, di ritirarsi dal lavoro fino a 10 anni prima rispetto alla normale età pensionabile.
Nonostante i provvedimenti già presi in merito, come quello dell’agevolazione fiscale, attualmente, gli iscritti a piani di previdenza integrativa sono circa 9,6 milioni, di conseguenza solo il 36,9% dell’intera forza lavoro.
Fondo pensione tra possibilità e probabili obblighi
Il fatto che ad aderire sia solo il 36,9% denota la mancanza di una volontà da parte dei cittadini, visto che è persino disponibile la modalità di adesione a costo zero ai fondi complementari, la quale permette di trasferire il Tfr maturato in un fondo pensione, invece di lasciarlo nella propria azienda.
A proporre di modificare la possibilità in obbligo è stato il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, che ha suggerito di introdurre l’obbligo di destinare una quota del Tfr (25%) a fondi previdenziali integrativi. Infatti il sottosegretario ha dato voce a questa proposta contestualmente al fatto che il Ministero del Lavoro sta preparando novità significative che saranno inserite nella legge di Bilancio 2025.