Le “Bestie”: chiesti oltre 200 anni di carcere per la setta più inquietante scoperta finora in Italia | I satanisti a confronto erano brave persone
Sono state diffuse le richieste del pubblico ministero nei confronti dei membri della “Setta delle Bestie”: un totale altissimo.
Le sette sono un fenomeno studiato ormai da molti anni e ci sono diverse storie e fatti di cronaca molto famosi che hanno visto anche protagonisti vip coinvolti, basti pensare alla setta Nexium che vide tra i protagonisti della vicenda anche la nota attrice Allison Mack.
I meccanismi della setta e le tecniche di persuasione e manipolazione che vengono adottate sono sottili ed efficaci, soprattutto quando il “bersaglio” è una persona che una qualche fragilità e che sta attraversando un periodo particolarmente travagliato emotivamente o in altri aspetti della propria vita.
Si tende a pensare che quello delle sette sia un fenomeno tutto statunitense, ma la realtà non potrebbe essere più diversa: oggi infatti affrontiamo il caso di quella che viene chiamata Setta delle Bestie, una organizzazione tutta italiana.
Il processo vede 26 imputati tutti italiani, milanesi o lombardi, che sono stati accusati di associazione per delinquere finalizzata a delitti contro la sfera sessuale, fra cui violenze sessuali aggravate e di gruppo, anche su minori.
La linea difensiva e le richiesta del Pubblico Ministero
La linea difensiva presentata nel corso del processo riguarda la consensualità e la consapevolezza di tutte le persone coinvolte, che sarebbero state, ancora secondo la difesa, tutte maggiorenni e nel pieno delle proprie facoltà mentali e fisiche. Si tratterebbe, dunque, di feste e incontri conviviali.
Non sembra pensarla così la pm Silvia Baglivo, che ha avanzato richieste di condanna per 230 anni complessivi di carcere in capo ai ventisei imputati del processo. Ogni imputato, per la pm, dovrebbe scontare pene che vanno dai 7 ai 18 anni di carcere e in aggiunta dovrebbe essere sottoposto al sequestro di ogni bene di sua proprietà.
Il processo va avanti: la presunta setta in tribunale
I luoghi in cui avrebbero avuto luogo le riunioni o, per l’accusa, le violenze sessuali aggravate, sarebbero la “casina” di Cerano, nel Novarese, oltre ad appartamenti a Milano, a Vigevano, a Montù Beccaria, nell’Oltrepò Pavese, a Rapallo.
Le richieste della pm sono state formulate di fronte alla Corte d’Assise di Novara: il tutto era iniziato con la denuncia di Giulia, oggi 36 anni, la quale sarebbe stata introdotta nel gruppo da una familiare quando ne aveva solamente sette. Bisognerà attendere ulteriori sviluppi processuali: il processo, infatti, riprenderà il 26 di settembre.