Stai bevendo da 15 anni acqua in bottiglia contaminata | Scoperta mega frode da 3 miliardi di euro
Siamo sicuri che bere acqua imbottigliata sia la scelta migliore per la nostra salute? A quanto pare potrebbe non essere così: scoperta frode che riguarda acqua contaminata.
In questi giorni sta rimbalzando la notizia su ogni testata online della presunta mega frode scoperta dagli organi competenti sulla vendita di acqua in bottiglia contaminata.
Una frode che andrebbe avanti da ben 15 anni e che riguarda un vero colosso che commercializza non solo acqua ma tantissimi altri prodotti, rappresentando una grossa fetta del mercato mondiale.
Scegliere acqua in bottiglia quindi potrebbe non essere sempre la scelta migliore, nonostante sia quello che abbiamo sempre creduto. Controllata, di qualità, ma fino a che punto?
Scopriamo di che acqua si tratta, qual è il marchio coinvolto e cosa è successo davvero. Un fatto che se accertato sarebbe gravissimo.
Acqua in bottiglia contaminata: la frode
Il colosso indagato è il notissimo marchio Nestlé che starebbe vendendo da 15 anni acqua contaminata e filtrata in modo illegale spacciandola per acqua minerale naturale. L’inchiesta è stata resa nota dalla testata francese Médiapart. Il rapporto dell’indagine, proveniente dalla Direzione generale della concorrenza, dei consumatori e del controllo delle frodi (DGCCRF), riguarderebbe i marchi di acqua Contrex, Hépar e Vittel per le quali Nestlé “utilizza trattamenti vietati almeno dal 2005, per alcuni anche dal 1993, e questo in modo permanente“, leggiamo su diverse testate.
Sarebbero insomma 15 anni che l’azienda tratterebbe acqua contaminata con metodi vietati mettendola poi in commercio. Secondo gli investigatori “La differenza di fatturato realizzata vendendo questi prodotti come acqua minerale naturale invece che acqua resa potabile mediante trattamento è stimata in 3.132.463.297,00 euro per i diversi marchi e relativi periodi di reato“, riporta Money.
La risposta dell’azienda
La Nestlé ha dichiarato di aver “ritirato i trattamenti in questione” dal 2021, ma alcuni controlli effettuati nell’arco di due anni dal 2020 fino a marzo 2022 avrebbero evidenziato la contaminazione “al di sopra del limite legale, a volte anche fino all’85%” di diverse sorgenti utilizzate. Secondo l’ex direttore dello stabilimento Nestlé nei Vosgi, in carica dal 2019 al 2023, quelle specifiche zone presenterebbero problemi a causa della riduzione delle falde acquifere.
L’Indipendente dal canto suo rende noto che “Negli ultimi mesi le inchieste di organi di stampa francesi come Le Monde e France Info hanno rivelato che i pozzi utilizzati per imbottigliare la famosa acqua minerale Perrier di Nestlé erano contaminati, tra l’altro, da feci, batteri Escherichia coli, PFAS e pesticidi. Mentre la Commissione europea ha aperto un’indagine sul caso, che nei prossimi giorni dovrebbe sfociare nella pubblicazione di un rapporto, non si ha notizia di alcun richiamo pubblico o avvertimento alle autorità di altri paesi membri dell’UE”. Attendiamo nuovi sviluppi del caso.