Contratto di lavoro part-time: ti spetta un risarcimento cospicuo da parte dell’azienda | Nessuno è in regola, arriva nuova stangata Cassazione
Con il contratto part time nessuno è in regola, adesso possono tutti ottenere un rimborso da parte del datore di lavoro. Ecco la novità.
I contratti di lavoro part time sono molto più comuni di quello che si possa credere. In alcuni casi possono essere una scelta, per il bisogno di ridurre l’orario lavorativo e dedicarsi ad altri impegni familiari o di diverso genere. In altri casi è l’azienda stessa che decide di utilizzare questa tipologia di contratto per ridurre le spese o per una migliore organizzazione del lavoro.
Si definisce contratto di lavoro part time, quello che vede impegnato il dipendente per un pacchetto di ore che da alle 20 alle 36 ore settimanali. Un contratto ridotto che ovviamente da anche accesso a una serie di benefici differenti.
Ciò che unisce i contratti a tempo pieno con quelli part time, è innanzitutto la retribuzione che deve essere in linea con quello che è l’impegno del lavoratore e le ferie. Infatti ogni dipendente ha accesso a 4 settimane di ferie nell’arco dell’anno di lavoro.
Nonostante il contratto part time dovrebbe permettere al soggetto di poter gestire nella miglior maniera possibile il proprio tempo tra lavoro e vita privata, spesso si notano una serie di svantaggi, dettati anche da quelli che sono gli atteggiamenti da parte del datore di lavoro.
Contratto part-time, cosa sapere
Prima di firmare un contratto part-time occorre conoscere alcuni dei suoi punti salienti. Innanzitutto si tratta di un accordo che permette al lavoratore di concentrare il proprio lavoro in poche ore giornaliere. Inoltre godere di un contratto di lavoro part-time vuole anche dire che si può decidere di svolgere un secondo lavoro sempre con contratto part time.
Ma troppo spesso però, sui contratti viene indicato un orario di lavoro generico, in cui sono specificate solo le ore di lavoro che il dipendente dovrebbe svolgere. Una scelta questa che non è affatto regolare.
Lo dice un’ordinanza della Cassazione
La Corte di Cassazione di recente ha emesso l’ordinanza n.11333 del 29 aprile 2024, essa si va a esprimere proprio sui contratti di lavoro part-time. I datori di lavoro sono obbligati a indicare sul contratto in maniera specifica quelli che sono i turni di lavoro del dipendente. In questo modo è possibile, per il singolo soggetto, riuscire ad organizzare la parte restante del tempo nel modo che crede più opportuno.
Nel caso in cui non venga inserita all’interno del contratto la corretta organizzazione dei turni di lavoro, il dipendente ha diritto a un risarcimento pari al 5% della retribuzione percepita.