Suo marito la stupra: lei lo uccide, lo cucina e se lo mangia | “Non sono un mostro”, la storia agghiacciante che ha diviso il mondo
Una storia agghiacciante che viene riportata dai media: una donna uccide il marito violento, poi lo cucina e se lo mangia. Sana di mente?
Oggi come oggi si sentono tante, troppe notizie riguardanti i femminicidi, termine che si utilizza per indicare gli omicidi di donne, uccise per il fatto di essere tali.
Ex mariti, compagni, fidanzati che incapaci di accettare un rifiuto o un addio, mettono fine alla vita della donna che secondo loro non ha nessun diritto alla felicità.
Meno spesso accade il contrario. Difficilmente una donna uccide un uomo che la rifiuta, anche se è capitato. Più di frequente si tratta di legittima difesa. Donne esasperate dai continui soprusi e violenze che per mettersi in salvo non vedono altra strada, e a volte non ce l’hanno proprio.
Ma cosa dire di chi ha ucciso il proprio marito dopo una violenza, e poi lo ha cucinato e mangiato? Una storia agghiacciante che non si sente spesso. Scopriamo come è andata.
Uccide il marito violento e se lo mangia
La macabra storia è stata riportata da Infobae, e parla di Omaima, una donna egiziana che ha iniziato presto a subire abusi, purtroppo, già da bambina. Oltre alla terribile pratica della mutilazione genitale ancora esistente in alcuni luoghi. A 18 anni per cercare un futuro migliore si trasferisce negli Stati Uniti dove inizia a lavorare come tata e modella, perché è bellissima. Nel 1991 conosce Bill Nelson, un ex pilota di linea di 56 anni.
I 33 anni di differenza non fermano la conoscenza dei due che dopo poco, pochissimo tempo decidono di sposarsi. Inizia la vita matrimoniale, e con essa i problemi. L’uomo si dimostra una persona violenta fin da subito, come spiegherà Omaima in seguito.
La violenza è giustificabile?
Secondo quanto ricostruito, nel fine settimana del Ringraziamento del 1991 Bill diventa particolarmente violento, e tenta di strangolarla e violentarla nella loro casa in California. Per mettersi in salvo Omaima colpisce il marito alla testa con una lampada, poi lo pugnala con un paio di forbici, lo smembra, gli taglia la testa e le mani e frigge queste ultime. Infine lo castra. Poi chiede aiuto ad un amico per smaltire i resti dell’uomo in cambio di soldi. Questi però la denuncia, mettendo fine al suo macabro piano.
I giudici non hanno creduto alla tesi della legittima difesa ma hanno pensato che volesse derubare Bill poiché sembra che usasse la sua bellezza per ricevere favori dagli uomini. Ha sempre negato di aver mangiato il marito, ma non ha fornito spiegazioni sul perché lo abbia cucinato. E comunque mancavano all’appello diversi pezzi. Nel 1993 Omaima è stata condannata a 28 anni per omicidio di secondo grado, si è risposata in prigione con un uomo di circa 70 anni che poi è morto, e non potrà beneficiare della libertà condizionale fino al 2026. Una storia terribile.