Poste Italiane: rimborso automatico in arrivo per tutte le spedizioni in ritardo
La Cassazione ha deciso, attraverso una sentenza, che i contribuenti di Poste Italiane devono essere risarciti. Ecco quali sono i casi.
Tutti abbiamo a che fare in un modo o nell’altro con Poste Italiane. Chi ha con loro il proprio conto corrente, chi un’assicurazione, chi ne usa i servizi di telefonia o energetici.
Ma tutti, indistintamente, usufruiamo del servizio postale. Lettere, bollette, raccomandate, multe, abbonamenti a riviste, pacchi. Chi non li usa?
È un servizio unico in tutta Italia, ma non tutti conoscono la sua vera storia. Come leggiamo sul portale dell’Ente: “Nel 1861 nasce il Regno d’Italia. E il 5 maggio del 1862 vennero fondate le Regie Poste, che gestivano in monopolio i servizi postali e telegrafici per conto dello Stato, divenendo in seguito, fino al 1998, un ente pubblico”. Oggi S.p.a.
Una notizia recente destinata a fare storia è che una sentenza della Cassazione obbliga l’Ente a risarcire gli utenti. Scopriamo in che modo e soprattutto perché.
Poste Italiane: il risarcimento voluto dalla Cassazione
Il motivo della sentenza della Cassazione è da ricercarsi in un fatto accaduto e raccontato dal sito Brocardi. Una società ha partecipato ad una gara di appalto presso un Comune, inviando la propria offerta attraverso uno dei servizi di Poste Italiane. Poste Celere 1 Plus promette una consegna entro un giorno, ma così non è stato. Il plico con l’offerta è giunto a destinazione dopo 5 giorni, causando l’esclusione dalla gara della società, impedendole di fatto di partecipare e potenzialmente vincere.
Ovviamente la società ha agito legalmente contro l’Ente Poste per ottenere un risarcimento. Il Tribunale di Bari, riporta il sito citato “riconosceva la responsabilità del gestore del servizio postale per il ritardo nella consegna, ma al contempo affermava che, in forza della disciplina operante in materia, ovvero il D.M. 26/2004, c.d. Carta della qualità del Servizio Pubblico, Poste Italiane è subordinata ad un regime giuridico speciale, per cui la stessa non risponde dei danni arrecati per l’intero, bensì solo entro i limiti del costo della spedizione”.
La sentenza
Dopo aver perso anche in Appello, la società si rivolge alla Cassazione, che ribalta la sentenza. La Corte Costituzionale ha dichiarato che la clausola che solleva Poste Italiane da ogni responsabilità è costituzionalmente illegittima. Essa infatti godrebbe così di un “ingiustificato trattamento privilegiato”.
Quindi Poste Italiane, stabilisce la Cassazione: “qualora non provi che l’inadempimento sia stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa ad essa non imputabile, è tenuta al risarcimento del danno prevedibile derivante dal mancato recapito della spedizione, non costituendo peraltro l’imprevedibilità del danno un limite all’esistenza del medesimo, ma soltanto alla misura del suo ammontare e restando escluso che il danno possa essere circoscritto alla sola spesa della spedizione”.