Venezia, ora ti possono fermare per strada i vigili e affibbiare una multa di 300€ | Non cascarci come un asino, è anticostituzionale
Un vespaio di polemiche su Venezia per quella multa da 300 euro, che per molti è illegittima e anticostituzionale. Cosa sta accadendo.
La peculiarità di Venezia, un unicum a livello globale, rischia di essere colpita una sorta di effetto boomberang. La città dove le strade vengono chiamate canali è sempre più bella e impossibile, dove bella è l’aggettivo (riduttivo) per qualificarla e impossibile da viverci. Ma anche andare a visitarla.
Sta creando un vespaio di polemiche quel contributo di accesso, praticamente un ticket, che i visitatori occasionali in specifiche giornate di questo 2024, in determinate fasce orarie, per poter accedere alla città antica di Venezia.
Un dazio da pagare per entrare in città. Così viene visto quel ticket valevole dalle 8.30 alle 16 che varia da mese a mese. Tanto per fare un esempio, a maggio quel contributo si è pagato per i primi cinque giorni del mese. E così per tutti week end, intesi come sabato e domenica.
Poche, pochissime le esclusioni ed esenzioni, per tutto il resto per delle persone il ticket deve essere corrisposto da chiunque si trovi nella Città Antica, fatta eccezione per il momento per chi transita a Piazzale Roma, Tronchetto o Stazione Marittima, senza accedere alla Città Antica e per chi deve raggiungere il l’imbarcadero di San Giobbe.
Una città a numero chiuso
Non basta sapere che per il 2024 questo dazio da pagare non verrà applicato alle isole minori. Troppo poco. Grandi invece le polemiche che hanno preso di mira le Giunta Comunale per questa scelta di rendere Venezia una città a numero chiuso.
Una misura definita “pura follia” il filosofo Massimo Cacciari. Che ha giudicato la restrizione e relativa tassazione quale “del tutto illegittima e incostituzionale”. Anziché includere le persone e il turismo, si sta cercando di cacciarle.
Oltre il danno, la beffa
Andare a Venezia e non pagare quella tassa, anche se solo nella sua fase sperimentale, sottopone il visitatore occasionale, oltre a delle limitazioni, a una multa stratosferica: chi non paga qul biglietto d’ingresso, incorre in una sanzione amministrativa che va da 50 euro a 300 euro, a cui bisogna aggiungere la beffa, i 10 euro che rappresentano il ticket da pagare.
Un provvedimento molto borderline, in quanto davvero va a ledere alcuni diritti costituzionali, come quello della libertà di circolazione, senza dover pagare, ma soprattutto il principio di uguaglianza affermato dall’articolo 3. Non solo, c’è l’articolo 16 che parla chiaro, in quanto ogni cittadino “può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale”. E non può reggere la parte dell’articolo in cui vi sono delle limitazioni per motivi di sanità o di sicurezza. In questo caso la sanità non c’entra nulla né tantomeno la sicurezza.