I nuovi DJ producono musica dal vivo scrivendo questi codici di programmazione | Se non l’hai ancora visto fare è perché sei andato alle feste sbagliate, ora fanno tutti così
Sempre più deejay usano questi codici di programmazione per produrre musica dal vivo. Non è affatto difficile, ecco perché.
C’erano una volta i dischi in vinile (che gioia!). La favola dei deejay che “scretchare” comincia da qui. Negli anni ’80-90 erano i hype i Technics SL-1200, una meraviglia di giradischi utilizzati dai migliori deejay del mondo, che mixavano con i vinili.
Divennero ben presto i giradischi per eccellenza per il DJing e lo scratch. Bene-bene anche la successiva edizione, uscita nel 1979 e denominata MK2: introdusse notevoli novità, soprattutto al motore ed all’imballo.
Tanto per intenderci si sta parlando di una vendita di più di tre milioni di unità. Al di là di un suono celestiale, i Technics sono considerati tra i giradischi più duraturi ed affidabili mai prodotti: tutt’ora chi ce li ha, se li tiene stretti, senza lasciare ammaliare da una vendita, comunque molto alta.
Bei tempi quelli, purtroppo o per fortuna, ormai andati. Adesso chiunque abbia delle idee, può metterle in pratica con nuovi strumenti. Nuovi come i deejay, infatti, che producono musica dal vivo scrivendo alcuni codici di programmazione. Altro giro, altra musica.
Un mix di arte e tecnologia
Nel terzo secolo è in hype il Il live coding, una tipologia di programmazione in cui gli sviluppatori scrivono e modificano il codice sorgente del software in tempo reale, solitamente davanti a un pubblico, più o meno nutrito.
È spesso associato alla creazione di musica digitale dal vivo ed è basato sulla manipolazione dei codici durante gli spettacoli o le feste, generare suoni e immagini dal vivo. Un concept relativamente nuovo, che ha guadagnato popolarità agli inizi degli anni 2000 nel Regno Unito. Un mix di arte e tecnologia.
Il programma più utilizzato
Ovviamente per riprodurre musica con dei codici, c’è bisogno di programmi. Sonic Pi tra i più utilizzati per il suo linguaggio di programmazione Ruby: si produce musica e visualizzazioni in risposta a comandi specifici.
Ad esempio, scrivendo una riga di codice come “with_fx :echo do” , il sistema aggiunge un’eco alle note suonate, creando per gli spettatori un’atmosfera coinvolgente, quasi fantascientifica. Il risultato è un’esperienza sonora e visiva dinamica, dove il codice diventa lo strumento principale dell’artista. Una volta c’erano i Technics 1200 e le mani fatate di un deejay. Passato, che piaccia o meno trapassato remoto. Presente e futuro è nel live coding.