TARI, ultim’ora dal legislatore: hai diritto a uno sconto del 40% se il tuo Comune lascia i cassonetti pieni | Fai le foto e inviale
Non solo IMU anche la TARI subisce un cambiamento radicale. Ecco come ricevere la riduzione della riduzione dal pagamento, o l’esenzione.
Tanto diversi, così uguali. IMU e TARI accomunate da modifiche sostanziali figlie di sentenze della Corte Costituzionale destinate a fare giurisprudenza, ma soprattutto ad aiutare i cittadini italiani alle prese con il pagamento di alcune tasse.
Finora l’IMU, acronimo di Imposta Municipale Propria, quel tributo istituito dal governo Monti più di una decade fa si pagava a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. Nel corso degli anni è stata sottoposta a diverse modifiche, l’ultima delle quali sopraggiunta con la Legge di Bilancio 2020, che ha cancellato la TASI, o meglio l’ha accorpata all’IMU.
Seconde case, abitazioni principali signorili (le cosiddette categorie “di lusso” A/1, A/8 e A/9), aree fabbricabili e terreni agricoli. Chi ce le ha, deve pagare, con un’aliquota che varia a seconda dell’immobile: per le abitazioni principali al 5 per mille (modulabile dai Comuni) all’8,6 per mille le restanti.
Finora è sempre stato così, al massimo cambiava l’aliquota. Ma dalla Corte Costituzionale un importante aggiornamenti, riguardante coloro i quali sono proprietari un immobile occupato abusivamente, che, sporto tempestiva denuncia erano costretti a pagare l’IMU. Stop, non sarà poiù così. Non devono pagare nulla nell’arco di tempo della regolarizzazione dell’immobile, in quanto la proprietà non costituisce un valido indice rivelatore di ricchezza.
Una sentenza che cambia tutto
Ebbene, per il principio sopra enunciato, lo stesso discorso si può fare per la TARI, più comunemente la tassa sui rifiuti, destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento, a carico dell’utilizzatore.
Proprio per il principio secondo cui la proprietà non costituisce un valido indice rivelatore di ricchezza, si potrà richiedere l’esenzione dal pagare la tassa sui rifiuti. L’importante però sarà dimostrare che l’immobile in questione è diventato oggettivamente inutilizzabile, ergo non idoneo a produrre rifiuto.
Riduzione della TARI, dal 20% al suo doppio
Sempre la sentenza della Corte Costituzionale sulla TARI ha identificato quei fabbricati che di default non possono produrre rifiuti. Ossia, i fabbricati oggetto di ristrutturazione, i locali stabilmente riservati ad impianti tecnologici, impianti sportivi, edifici religiose e aule adibite esclusivamente ad attività di catechismo. Ma anche le aree scoperte pertinenziali o accessorie a locali tassabili.
Altra novità importante, invece, riguarda la riduzione della quota variabile: dovrà essere proporzionale alle quantità di rifiuti speciali assimilati agli urbani che il produttore dimostra di aver avviato al riciclo. Altri casi di riduzione sono per il mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, in questo caso la riduzione della TARI può arrivare fino al 20%. Una percentuale che raddoppia nel caso in cui in una determinata zona non viene effettuata la raccolta.