La nuova tassa rischia di rovinarci l’estate, un bel problema soprattutto per chi ha abitudini alimentari.
Sarà un’estate calda, dicono. Torrida a quanto pare, a causa di novità governative che già dividono ora, figuriamoci quando – a breve – diventeranno legge. Il nuovo Codice della Strade ha creato non pochi problemi, finora, per fortuna dialettici.
Sin dallo scorso 27 marzo, quando la Camera approvò il disegno di legge, il chiacchiericcio prese il sopravvento, se non altro per una votazione con 163 voti favorevoli e 107 contrari. Un forbice non poi così ampia. L’iter al Senato è già partito, se il disegno dovesse passare, diventerà legge con cambiamenti sostanziali su molti aspetti legati alla disciplina della circolazione stradale.
Giro di vite bello forte su chi utilizza lo smartphone, più in generale un dispositivo, in macchina, anche fermo al semaforo: la multa schizza a 250 euro di multa, con un massimo di 1.000 euro, annessa sospensione della patente a tempo determinato (tra 15 e 60 giorni) e -5 punti sulla patente. In caso di recidività la multa può partire dai 350 euro fino a raggiungere il tetto massimo di 1.400 euro, -10 punti patente, sospensione della patente fino a 90 giorni.
Nessuno sconto a chi viene trovato al volante con un tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 grammi per litro, basterà la positività al primo test per guida sotto stupefacenti a far scattare in automatico, di fatto, la sospensione della patente e la successiva revoca, con divieto di conseguirla per tre anni.
Sempre questa estate, condizionale d’obbligo visto che è stata rinviata più volte, potrebbe entrare in vigore la Sugar Tax, una tassazione sulle sostanze zuccherate, con un’imposta dimezzata (fino al 2026) da 10 euro per ettolitro (10 centesimi di euro per litro) a 5 euro per ettolitro (5 centesimi per litro). Per i concentrati destinati a essere diluiti, la tassa è stata ridotta da 0,25 euro a 0,13 euro per chilo.
Una mossa che potrebbe entrare in vigore in maniera ridotta questa estate per diventare una tassa definitiva tra due anni, con l’intento di equilibrare mondi agli antipodi: le esigenze fiscali e quelle economiche, di mercato, dall’altro.
L’imposta dovrà essere pagate produttori, venditori, acquirenti e importatori di prodotti extra-Ue, con inevitabili innalzamenti di prestiti da una parte e un crollo delle vendite. Che, secondo Assobibe, si potrebbe attestare a circa il 16%.
Con una riduzione degli investimenti di 46 milioni di euro e degli acquisti di materie prime per 400 milioni di euro, con la potenziale perdita di circa 5.000 posti di lavoro. La discussione al riguardo è ancora aperta e si attendono notizie ufficiali su quando partirà e, soprattutto come influenzerà il consumo di bevande zuccherate da parte di tutto coloro che ne fanno un uso quotidiano.