Agente della Municipale accusato di sabotaggio digitale: cancellati i dati di migliaia di multe, andrà a processo
Un sabotaggio digitale in piena regola, ma con un nuovo modus operandi: così un Agente della Municipale avrebbe fatto sparire migliaia di multe.
Chissà se se la caverà con quel “è stato soltanto un errore”, detto per bocca del suo avvocato, Marina Prosperi. Sta di fatto che a Ravenna in questo giorni si parla tanto del presunto sabotaggio digitale di cui è accusato un agente della Municipale del capoluogo di provincia romagnolo.
Lui ha già esposto la sua versione dei fatti, cercando di togliersi subito l’etichetta dell’hacker affibbiatagli dopo la scoperta di migliaia di multe cancellate e misteriosamente sparite, gettando ombre su coloro che dovrebbero difendere il sistema, non attaccarlo.
Le accuse, per il momento, sono pesanti. L’agente della Municipale in questione, come ha scritto (più volte) nei giorni scorsi il Corriere Romagna, avrebbe (condizionale d’obbligo visto che il processo deve ancora iniziare) avrebbe agito dall’interno, facendo sparire migliaia di dati informatici.
Un modus operandi del tutto nuovo, o più precisamente che sarebbe avvenuto da dentro il sistema, non attaccandolo dall’esterno. Ebbene, secondo l’accusa quelle multe non sono state cancellate, ma eliminame le comunicazioni con le quali i proprietari dei veicoli sanzionati certificavano al Comune le generalità di chi era alla guida, per la riduzione dei punti-patente.
L’Ente ravennate si costituisce parte civile
Un modo che sarebbe stato sufficiente a mandare in tilt la procedura, con tutto ciò che ne consegue: quella distruzione di dati informatici che ha costretto l’Ente ravennate di piazza del Popolo a costituirsi parte civile.
L’udienza preliminare non ha spostato di granché la situazione dal momento che tutti gli incartamenti sono stati inviati a Bologna, ossia il tribunale competente per questa tipologia di reati. Le accuse sono belle pesanti. Parola alla difesa.
Soltanto una svista
La linea dell’avvocato, Marina Prosperi, rivela sempre il Corriere Romagna, sarebbe quella minimizzare l’accaduto non come un attacco da cyber criminale ma contestualizzare l’accaduto come una svista, un errore e niente di premeditato.
Nessuna azione deliberata, dunque, così l’Agente della Municipale si difenderà nel processo bolognese per danneggiamento di informazioni, dati e programmi informatici. Il processo entrerà nel vivo a settembre davanti al giudice Piervittorio Farinella: verrà fatta luce sulle cartelle misteriosamente sparite. Non solo. Insieme alle multe sono scomparse tutte le comunicazioni dei dati dei conducenti responsabili delle infrazioni. Se poi c’è stata premeditazione o meno lo stabiliranno le autorità competenti. Sta di fatto che un bel danno è stato fatto.