Autostrade, l’ansia sale al pedaggio: se la sbarra non si apre paghi di più
L’assurdo caso dell’automobilista multato dopo un disservizio di Autostrade: la somma dovuta supera di 30 volte l’importo del pedaggio.
Che le autostrade italiane rientrino tra le percorrenze più care per gli automobilisti è un dato di fatto: viaggiare da Nord a Sud, oppure compiere brevi tratte ad alta percorrenza per dimezzare i tempi del tragitto ormai è un fattore da non sottovalutare, e che incide negativamente sulle tasche di milioni di viaggiatori.
Nel 2023, oltretutto, nel segmento dell’autostrada Valdarno-Arezzo, in Toscana, si è verificato un disservizio che è ricaduto direttamente sulle finanze dei malcapitati conducenti.
Lo riporta il portale “Arezzo Notizie”, cha ha ufficializzato anche le proteste sgomente di uno degli automobilisti coinvolti nel surreale caso: egli ha pagato un importo 30 volte superiore a quanto dovuto al casellante dell’uscita autostradale.
Tutto sarebbe nato da un problema tecnico a carico di Autostrade stesse, che ha congestionato il traffico al casello e creato notevoli ritardi ai proprietari delle vetture in coda; ciò nonostante, e senza alcun preavviso, hanno cominciato a fioccare a raffica gli avvisi di pagamento.
Il caso della sbarra inceppata nell’autostrada Valdarno-Arezzo
I fatti risalgono al 31 agosto 2023, e sono avvenuti presso il casello autostradale dell’uscita di Valdarno. Una lunga fila di auto incanalate al casello hanno gradualmente compreso che la sbarra dello stesso risultava malfunzionante, e non riusciva a sollevarsi per fare transitare i veicoli. Né il casellante stesso riusciva ad incassare i pagamenti, eventualità che ha spinto l’automobilista in questione a confrontarsi con l’addetto, e che ha spinto un operatore a forzare manualmente l’alzata della sbarra.
Il conducente multato ha ricordato le parole del casellante: “Se la sbarra è stata aperta dall’operatore, a posto così. Non ci sono problemi“. Il guidatore ha inoltre aggiunto: “Peraltro, in un’altra circostanza, di recente, non avevo effettuato il pagamento all’uscita autostradale perché avevo smarrito il portafoglio. Ma poi ho saldato quanto dovuto al termine del successivo viaggio in autostrada, al casello, presentando all’operatore lo scontrino di mancato pagamento rilasciato dalla macchinetta, senza dover passare al Punto Blu“. Purtroppo, però, i Punto Blu della zona non risultano più attivi, e l’importo della tratta, di 1,80 euro, è lievitato del 220%, come attesta la successiva richiesta di pagamento inviata da Autostrade.
Dopo 6 mesi dal disservizio arriva la stangata
A febbraio 2024, al pari degli altri automobilisti che quel 31 agosto 2023 avevano replicato la sua mossa al casello malfunzionante, l’automobilista si è visto recapitare un avviso di pagamento da parte di Autostrade dell’importo di 59,45 euro, somma ben superiore a quella di 1,80 euro necessaria per la tratta.
Il motivo è molto semplice: in assenza di controlli al casello di uscita, Autostrade calcola il pedaggio dal casello più lontano, gonfiando così la spesa anche in caso di tragitti ben più brevi.