Colloquio di lavoro, questa è la domanda tranello che fanno i recruiter | Non cascarci come una pera
Se ai colloqui di lavoro il recruiter tenta di metterti in difficoltà con una domanda trabocchetto, gioca d’astuzia con la replica perfetta.
I colloqui di lavoro con i recruiter rappresentano spesso la chiave per ottenere una posizione professionale ambita, ma possono anche originare intensa ansia e incertezza.
I nervosismi antecedenti ai colloqui, infatti, sono una casistica assai diffusa, e possono dipendere da un’oggettiva mancanza di preparazione, dall’incapacità di gestire l’emotività e dall’incomprensione delle esigenze aziendali.
Inoltre, anche la mancanza di chiarezza nella comunicazione, così come l’eccessiva arroganza o modestia possono costituire un ostacolo invalicabile tra l’aspirante dipendente e l’azienda, soprattutto perché il candidato viene spesso valutato da recruiter assai preparati, e con le idee assolutamente chiare circa i requisiti minimi richiesti dal direttivo.
Fortunatamente, una consulente del lavoro ha fornito alla rivista “Mirror” alcuni consigli illuminanti su come superare a pieni voti il processo di selezione, e ottenere così il lavoro dei sogni.
Le domande spinose dei recruiter durante i colloqui di lavoro
Molto spesso, i recruiter mettono appositamente i candidati in condizioni di difficoltà, chiedendo il loro grado di conoscenza dell’azienda alla quale sono interessati e indagando inoltre sulle motivazioni che li spingono a offrirsi per l’impiego proposto.
Un’altra domanda piuttosto ostica riguarda invece la loro vita personale: molte giovani donne vengono infatti interpellate in merito al rispettivo status sentimentale, nonché circa la volontà di avere figli. La domanda più spinosa, però, resta sempre la medesima, e riguarda le aspettative del candidato in merito alla retribuzione offerta dall’azienda. Di fronte a tale quesito, molti aspiranti dipendenti tendono a schermirsi e a mirare al ribasso, con il rischio che i recruiter li considerino troppo passivi ed arrendevoli, e disposti ad accettare una remunerazione risibile. D’altra parte, sparare cifre troppo alte può creare un effetto controproducente, e i candidati rischiano di risultare troppo costosi per l’azienda. Come replicare adeguatamente, dunque, alla domanda tranello?
La risposta perfetta secondo la consulente del lavoro
L’esperta Erin McGoff ha condiviso con i lettori di “Mirror” la strategia più adeguata per fornire una risposta intelligente alle domande in merito alla retribuzione desiderata.
La replica più smart consiste nella locuzione: “Grazie mille per aver sollevato l’argomento. Mi piacerebbe conoscere la fascia salariale prevista per la posizione“. A questo punto, il recruiter potrebbe temporeggiare e rispondere che il livello dello stipendio dipende dalle competenze del lavoratore. Secondo Erin McGoff, il modo migliore per metter nuovamente in scacco l’interlocutore è rispondere: “Bene, il mio range salariale è flessibile, ma mi piacerebbe saperne di più sui dettagli sul ruolo, prima di fornire una cifra precisa“.