Se lasci questa quantità di soldi in banca ti scippano il 30% del loro valore | Non superare la quota killer
Allerta massima sui conti correnti: se lasci i tuoi risparmi alla banca, essa può decurtati il 30% del deposito in vent’anni.
La digitalizzazione crescente ha sicuramente snellito molte procedure burocratiche e facilitato le transizioni economiche tra privati, esercenti e istituti di credito.
Anche l’Unione Europea continua a incoraggiare l’abbandono del contante in favore dei nuovi metodi di pagamento elettronici, e i contribuenti hanno gradualmente assorbito l’abitudine di versare ogni risparmio nel proprio conto corrente, anziché stiparlo nelle vecchie casseforti casalinghe.
Questa pratica, però, non risulta priva di rischi. Come ben sappiamo, infatti, la banca (o l’ufficio postale di riferimento) applica annualmente degli interessi sul deposito del cliente, procedura che può erodere la somma accumulata fino al 30% del suo valore nel giro di vent’anni.
Scopriamo come arginare questo fenomeno, prelevando preventivamente delle somme extra, in modo da schivare la tassazione degli istituti di credito e mantenendo la giacenza bassa.
Come evitare la tassazione delle banche
Anche se molti contribuenti sono convinti che tenere i propri risparmi i banca o in posta rappresenti un escamotage ottimale per prevenire i furti e conservare il proprio budget in un luogo sicuro, pochi mettono in preventivo le spese annuali di gestione del conto e gli interessi che gli istituti di credito applicano ai conti corrente.
In particolare, oltre una certa soglia scattano delle tasse che vengono scalate dalla giacenza, ovvero l’imposta di bollo di 34,20 euro, cifra apparentemente irrisoria, ma che lievita ovviamente anno dopo anno. In ogni caso, è possibile aggirare l’imposta grazie ad un escamotage previsto dalla legge: essa stabilisce infatti che non sono tassabili i conti correnti con giacenza annuale inferiore a 5.000 euro. Un’altra soglia rilevante è quella dei 10.000 euro, cifra massima per la quale è prevista la copertura offerta dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, che rimborsa il risparmiatore in caso di liquidazione coatta amministrativa della banca. Attenzione infine anche all’inflazione: se essa si aggira attorno al 2%, può erodere i risparmi bancari fino al 30% nel giro di vent’anni.
Le alternative alla classica cassaforte in casa
Conservare in casa una somma ingente di contanti può sottoporre il contribuente a un duplice rischio, il primo legato alle eventuali indagini circa la tracciabilità del denaro, e il secondo relativo ai furti.
Per tale ragione è meglio accantonare la cassaforte casalinga, e optare invece per investimenti in Titoli di Stato o conti di deposito.