Panico CV, da ora scatta il licenziamento e persino il penale se non dici la verità
Attento a raccontare bugie quando compili il tuo cv! Non solo sarai licenziato ma potrai pure essere accusato in tribunale.
Le bugie, come recita un famoso e colorito detto popolare, hanno le gambe corte. Inoltre, come molti sostengono anche sui Social quando si lanciano in discussioni su vari argomenti, la verità è una e le falsità tante. Ed è per questo che la prima viene a galla quando meno te lo aspetti anche perché le altre, a furia di raccontarle, non reggono più.
Ed è ecco così che crolla il famoso castello di carta che si è costruito. Molti lo fanno nelle questione private, magari con il preciso obiettivo di conquistare la persona che interessa. Altri ancora lo fanno per tentare di entrare in una cerchia di amici e far parlare di se, memori del fatto che purché se ne parli sono pronti praticamente a tutto.
E poi c’è chi lo fa sul lavoro, soprattutto per quanto concerne il proprio curriculum vitae. Il problema è che non è molto intelligente farlo anche perché poi si rischia di essere scoperti, in certi casi pure a stretto giro, di fare dunque una magra figura e di perdere in men che non si dica pure il proprio posto di lavoro.
Panico CV, ora se dici bugie rischi grosso
Oltre a ciò, che non è comunque da prendere affatto sotto gamba, c’è anche un’altra spinosa questione da mettere sul piatto. Difatti in alcune situazioni, gonfiando il nostro curriculum vitae, potremmo addirittura essere denunciati e finire in tribunale, se non peggio. Qui parliamo di una mega truffa e pertanto dobbiamo stare molto attenti a che cosa scriviamo nel nostro documento.
Se abbiamo perso la nostra storica occupazione o se ci avviciniamo per la prima volta al complesso mondo del lavoro, è ovvio che possiamo trovarci in difficoltà a scriverlo. Tuttavia non siamo comunque giustificati se aggiungiamo sciocchezze, abilità e altre informazioni che non corrispondono alla realtà.
Licenziamento in tronco, reclusione e multe, tutto quello che devi sapere
In ogni caso ciò che potrebbe portare guai seri con la Legge non è il gonfiare alcune capacità, come il saper parlare e scrivere bene una lingua quando invece ce la caviamo a malapena, bensì inventarsi titoli di studio che non abbiamo mai e poi mai conseguito, come una laurea. In codesta situazione potremmo essere accusati di falsa documentazione.
L’Articolo 640 del Codice Penale lo sostiene, aggiungendo che possiamo andare incontro a un tempo di reclusione variabile tra i 6 mesi e tre anni oltre che all’arrivo di una sanzione la cui cifra oscilla tra 51 e i 1.032 euro. A tutto ciò si aggiunge pure, come una sorta di ciliegina sulla torta, il grande imbroglio messo in atto nei confronti del proprio datore di lavoro.