Cybercriminali: ora usano gli spazzolini da denti intelligenti | Ti rubano tutto mentre ti lavi i denti
Le cronache della fantascienza raggiungono picchi assurdi: l’incredibile caso degli spazzolini intelligenti che hanno hackerato un’azienda.
Nell’ultimo decennio, la tecnologia ha conosciuto un’impennata assolutamente veloce e inarrestabile, compatibilmente con lo sviluppo delle prime forme di Intelligenza Artificiale.
Mentre l’automatizzazione degli elettrodomestici prende sempre più piede anche in Italia, negli States l’imprenditore Elon Musk ha annunciato il primo impianto effettivo di un chip su un cervello umano, operazione peraltro andata a buon fine (almeno per il momento).
La domotica, del resto, è una realtà che sta contagiando tutti gli Stati più sviluppati, tanto che nelle case di ultima generazione sono presenti dispositivi in grado di regolare la temperatura degli ambienti, le luci, i serramenti e persino i sistemi di sicurezza interni ed esterni.
Per non parlare poi dei gadget ipertecnologici come Alexa, in grado di colloquiare con i rispettivi fruitori, di fornire previsioni meteo, musica specifica e le informazioni più disparate con semplici attivazioni e interazioni vocali. A tal proposito, negli ultimi giorni sta circolando in rete una notizia assolutamente allarmante: in Svizzera sarebbero stati hackerati 3 milioni di spazzolini elettrici, ed essi avrebbero in seguito lanciato un attacco Ddos.
La surreale storia degli spazzolini hacker
Il quotidiano svizzero “Aargauer Zeitung” nelle ultime ore ha riportato sulle sue pagine un evento assolutamente clamoroso, che denunciava un attacco hacker in piena regola ad opera di circa 3 milioni di spazzolini elettrici intelligenti. I dispositivi sarebbero stati hackerati per compiere poi un attacco Ddos (ovvero Distributed Denial of Services) ai danni di un’importante azienda del territorio.
Stefan Zuger, Director System Engineering presso la sede svizzera di Fortinet, ha commentato: “Ogni dispositivo connesso a Internet è un potenziale bersaglio, o può essere sfruttato per un attacco“. L’episodio mette infatti in guardia la popolazione circa i rischi della diffusione dell’IoT, ovvero l’Internet of Things. Questo sistema dal nome evocativo comprende tutti gli elettrodomestici e i dispositivi di uso comune che sono in grado di dialogare l’uno con l’altro, oltre che con l’utente, mediante una semplice connessione con la rete. Le loro misure di sicurezza, infatti, risultano inadeguate, se non completamente assenti, e potrebbero incentivare il rischio di cyberattacchi anche ai danni dei singoli cittadini.
La verità dietro allo scoop
Dopo la pubblicazione dell’articolo del quotidiano, Bleeping Computer ha compiuto un’indagine in merito, e sottolineato che non vi sono elementi sufficienti a dimostrare che l’attacco sia realmente avvenuto, anche perché i suddetti spazzolini non sono in grado di connettersi a Internet. Essi sfruttano infatti il sistema Bluetooth.
Fortinet ha in seguito precisato che la notizia riportata da “Aargauer Zeitung” (e spacciata per veritiera) in realtà è solamente la narrazione di uno scenario ipotetico. Ipotetico, ma non inverosimile.