Agenzia delle Entrate, se hai un debito tieniti in banca solo questi soldi | Il trucco ti salva dal pignoramento
Se ti arrivano delle cartelle esattoriali da Agenzia delle Entrate, tutela i tuoi risparmi: così blocchi il pignoramento del conto.
Il pignoramento di un conto corrente avviene quando un creditore ottiene una specifica ordinanza da un Tribunale o da un’Autorità competente, e si verifica solitamente quando un individuo (o azienda) non riesce a saldare un debito, e il creditore intraprende azioni legali per recuperare i fondi dovuti.
Una volta ottenuto il via libera dal Tribunale, quindi, il creditore contatterà la banca del debitore per iniziare il processo di pignoramento, e l’istituto di credito bloccherà i fondi sul conto corrente di quest’ultimo corrispondenti all’importo specificato sull’ordinanza.
Il pignoramento di un conto corrente può provocare gravi conseguenze finanziarie per il debitore, inclusi addebiti aggiuntivi per le spese legali e bancarie, e ovviamente la perdita di accesso ai fondi necessari per le spese quotidiane. Pertanto, è prioritario affrontare prontamente i problemi di debito, e cercare assistenza legale, se necessario, per evitare o gestire il pignoramento del conto.
In alternativa, la legge offre ai debitori un escamotage poco conosciuto: il pignoramento non può aver luogo se sussistono determinate condizioni: scopriamo di che si tratta nel paragrafo successivo.
Come evitare il pignoramento del conto corrente sfruttando la legge
Oltre all’obbligo di notifica, il recupero del credito è sottoposto ad alcuni limiti stabiliti dall’articolo 545 del Codice di procedura Civile, che regola l’espropriazione delle somme presenti sul conto corrente. Una delle restrizioni fondamentali concerne il saldo del conto pignorato: se esso non supera un determinato range economico, il pignoramento viene congelato.
Nella fattispecie, le legge prevede che non sia possibile pignorare una cifra equivalente al triplo dell’assegno sociale, e quest’ultimo nel 2024 ammonta a 534,41 euro. Di conseguenza, il limite massimo esente dal pignoramento è pari a 1.603,23 euro: mantenendo questo esatto importo sul proprio conto corrente, l’esecuzione forzata non può avere luogo. Questi parametri mirano a tutelare il debitore, garantendo a quest’ultimo una somma minima per le sue esigenze primarie nonostante il pignoramento in atto. Se, ad esempio, un cittadino detiene un conto di 2.000 euro, la somma pignorabile sarà l’eccedenza ai 1.603,23 euro previsti dalla legge, ovvero solo 396,77 euro.
Altri crediti non pignorabili
Non sono soggetti a pignoramento anche i crediti alimentari, i sussidi di grazia o di sostentamento, i contributi per malattia o maternità e le somme dovute dai privati a titolo di stipendio, di salario o di altre indennità.
In caso di un conto corrente cointestato, infine, il creditore può pignorare solamente la quota del saldo che appartiene al debitore, in quanto gli altri sottoscrittori non rientrano nella sfera giuridica del debito del soggetto interessato.