Scandalo all’italiana: perdiamo 125.000 euro all’anno solo per questo errore | Vergogna senza precedenti
Centinaia di ingegneri abbandonano ogni anno l’Italia: ecco perché dopo la laurea l’estero resta l’opzione più gettonata.
L’ingegnere svolge un ruolo fondamentale nella progettazione, nel sviluppo e nella gestione di sistemi complessi, e le sue competenze possono estendersi a diversi rami, come il settore civile, elettrico, meccanico o dell’informazione.
In particolare, nell’ingegneria civile il professionista si occupa della pianificazione di sistemi elettrici, e può quindi lavorare sulle reti di distribuzione o sui sistemi di controllo automatizzato, contribuendo all’efficienza energetica degli immobili o degli impianti di riferimento.
Tale mansione richiede un percorso di studi impegnativo e oneroso, nonché skills di problem solving e una solida comprensione dei fondamentali principi scientifici. In buona sostanza, l’ingegnere traduce le idee innovative in soluzioni pratiche che migliorano la vita quotidiana e agevolano l’approccio con le nuove tecnologie, e risulta perciò tra i lavori più richiesti del decennio.
L’Italia, però viaggia in controtendenza: dopo la laurea e le prime esperienze in Patria, sempre più ingegneri volgono lo sguardo all’estero, e questo preoccupante trend ha una matrice piuttosto indicativa.
Assenza di ingegneri in Italia: la piaga dei contratti di lavoro
Secondo una recente ricerca dell’Istat, dal 2011 al 2021 sono circa 377.000 gli italiani tra i 20 e i 34 anni migrati verso i Paesi europei alla ricerca di posizioni lavorative solide e ben remunerate. Persino il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’impatto di questo fenomeno durante il meeting di Confindustria del 15 settembre 2023, e ha riferito ai microfoni: “Troppi giovani cercano lavoro all’estero per la povertà delle offerte retributive disponibili“.
E ha inoltre aggiunto: “Il capitale sociale di un Paese è ciò che muove il progresso, e non possiamo impoverirlo“. Nonostante la sollecitudine del Presidente della Repubblica, però, la dinamica della fuga di cervelli dall’Italia continua senza sosta. Nonostante molte aziende si dichiarino alla ricerca di personale altamente qualificato, infatti, le relative offerte di lavoro prevedono compensi non in linea con il percorso di studi e l’esperienza maturata nel settore. È emblematica la storia di Paolo Gazzola, ingegnere piacentino di 50 anni residente dal 2008 in Germania ed ex dipendente della Ferrari.
La storia dell’ingegnere di Piacenza
25 anni di esperienza maturati, 9 di essi trascorsi in Ferrari, Paolo Gazzola cerca da anni di rientrare in Italia, eventualità che regolarmente sfuma all’orizzonte a causa dell’inadeguatezza delle offerte lavorative proposte. Le sue 2 lauree e la conoscenza di ben 6 lingue parlate costituiscono certamente un titolo preferenziale nei processi di recruitment, ma il nodo cruciale resta sempre lo stesso, ovvero lo stipendio.
Ha infatti riferito al “Corriere della Sera”: “Mi chiamano immediatamente per un colloquio. Purtroppo, ci si scontra sempre sullo stipendio. (…) Offrono pacchetti retributivi non in linea con le professionalità che cercano. (…) Per questo, e non per altro, le aziende non trovano personale“. In conclusione, gli stipendi bassi non coinvolgono solo i lavoratori stagionali e i precari, ma anche gli individui altamente specializzati. E invertire la marcia, alla luce della stagnazione economica in Italia, appare più arduo che mai.