Se sei un membro di questa azienda stai per ricevere una lettera di licenziamento: italiani in ginocchio
Preoccupazione alle stelle per due importanti stabilimenti italiani: a partire da gennaio operai ed impiegati in cassa integrazione.
Gli eventi dell’ultimo triennio – a partire dalla pandemia e dai relativi lockdown, fino ai rincari legati agli eventi geopolitici – hanno ulteriormente compromesso il quadro, già precario in precedenza, del settore produttivo in Italia.
Centinaia di medie e piccole imprese hanno infatti abbassato definitivamente la serranda, ma la crisi si estende anche alle aziende nazionali più solide, prestigiose ed affermate a livello internazionale.
Negli ultimi giorni, ad esempio, preoccupa lo stato di salute della casa automobilistica Maserati, gestita dal colosso Stellantis. Ben due stabilimenti rischiano infatti la chiusura e, a partire dal 29 gennaio, centinaia di dipendenti assaggeranno la cassa integrazione.
Nonostante le buone performances del marchio e le elevate prestazioni dei modelli prodotti, infatti, gli ordini risultano in calo, e nei prossimi mesi si renderà probabilmente necessario un ridimensionamento dell’organico interno.
La traballante situazione di Maserati
Qualche mese addietro il gruppo Stellantis ha annunciato che 200 dipendenti dello stabilimento Maserati di Modena saranno sottoposti ad un periodo di cassa integrazione dal 29 gennaio al 17 febbraio. A questo significativo comunicato ha fatto seguito, nelle ultime ore, un aggiornamento ancora più preoccupante: anche la fabbrica torinese di Mirafiori seguirà il medesimo trend, per nulla incoraggiante.
Il sindacalista Alessandro Gamba, segretario aggiunto della Fim Cisl Emilia, ha espresso una forte preoccupazione in merito: “Negli ultimi due anni il polo modenese del Tridente ha centrato tutti gli obiettivi di produzione. In particolare, nel 2023 sono state prodotte 1.244 vetture della MC20, saturando la capacità produttiva. Sappiamo che lo stabilimento Maserati di Modena è i difficoltà da qualche settimana, e il 2024 si è aperto con un forte calo degli ordini per la MC20. Noi verificheremo con l’azienda l’attuazione del piano industriale per i nuovi modelli e l’implementazione della piattaforma full electric Folgore sulla MC20. Inoltre, chiederemo a Maserati di confermare gli investimenti sul nuovo impianto di verniciatura dedicato alla personalizzazione dei veicoli“.
Maserati naviga in cattive acque?
Nei due stabilimenti Maserati di Modena e Mirafiori non lavorano solamente i 200 operai coinvolti nella cassa integrazione, ma anche 850 ingegneri che si occupano di attività di progettazione e sviluppo.
Gamba ha auspicato: “Nel nuovo assetto dei centri di r&d sarà fondamentale che questa importante ricerca e progettazione abbia una sua continuità e non subisca ridimensionamenti, perché Maserati deve continuare a investire sulla qualità e distintività del suo brand“.