Rivoluzione IMU: se sei in questa lista non devi pagare | Non farti imbrogliare dal fisco
Dal 2024 importanti novità per i cittadini italiani: la nuova Legge di Bilancio consente nuove esenzioni sul pagamento dell’IMU.
L’Imposta Municipale Unica è un’imposta locale che colpisce le proprietà immobiliari. Introdotta nel 2012, essa è finalizzata a finanziare i comuni, e la base imponibile è il valore catastale degli immobili.
La tariffa varia in base alla destinazione d’uso, (abitazione principale, secondaria o altri) e al possesso di terreni edificabili. I cittadini italiani sono vincolati a pagare l’IMU a cadenza annuale, e l’aliquota è determinata dal Comune di appartenenza, con possibilità di detrazioni o esenzioni per situazioni particolari.
A tal proposito, la nuova Legge di Bilancio ha introdotto alcuni cambiamenti in merito ai destinatari delle esenzioni, ampliandone la platea.
Scopriamo di che si tratta nel paragrafo successivo, con un occhio di riguardo all’intera normativa di riferimento.
Chi ha diritto all’esenzione dall’IMU
In Italia, l’esenzione dall’Imposta Municipale Unica è disciplinata da diverse normative, che stabiliscono i criteri per determinare chi ha il diritto di beneficiare di tale agevolazione.
Nella fattispecie, le principali categorie di esenzione riguardano immobili appartenenti ad enti pubblici, come scuole e ospedali, nonché le chiese e gli edifici religiosi utilizzati esclusivamente per scopi di culto. Ma non è tutto: fortunatamente, l’esenzione dall’IMU si applica anche alle abitazioni principali, intese come unità immobiliari adibite a residenze principale e anagraficamente dichiarate come tali. Tuttavia, è necessario rispettare alcuni requisiti, come la dimora abituale nel Comune in cui si richiede l’esenzione e l’assenza di altri immobili tassabili. Sono infine previste specifiche esenzioni per le prime case acquistate con contratti di mutuo agevolato e per gli immobili rurali adibiti ad abitazione principale.
IMU: cosa cambia dal 2024
La nuova Legge di Bilancio estende l’esenzione dall’IMU agli immobili di proprietà degli enti non commerciali concessi in comodato d’uso ad altri enti non commerciali. Questa rettifica alla normativa precedente suppone che l’ente comodatario, infatti, svolga attività similari a quelle del comodante, e che dette attività siano svolte nell’immobile concesso in comodato.
Questa semplificazione incoraggia gli enti non profit a proseguire con maggiore serenità nelle loro missioni, che possono concentrarsi sull’assistenza sociale o sulla promozione culturale, senza il grattacapo di una tassa aggiuntiva sull’immobile che li ospita. Rappresenta altresì un sostegno attivo da parte delle Istituzioni al ramo delle attività benefiche e culturali, ed implementa l’integrazione e l’inclusione sociale. Importante infine rilevare che, dal 1 gennaio 2023, l’esenzione dall’IMU è applicata anche agli immobili occupati abusivamente da terzi, manovra che ha suscitato numerose polemiche, ma che solleva i proprietari dal pagamento di ulteriori imposte sulle abitazioni non godute.