Ti possono pignorare la casa se non corri a presentare questo documento: italiani completamente in ginocchio
Se non vuoi correre il rischio che il tuo immobile finisca sotto procedura di pignoramento, devi assolutamente rispettare alcune scadenze.
Nella vita di ogni individuo l’acquisto di una casa si profila come un traguardo impegnativo ma decisamente appagante: costruire un nido per sé e per la propria famiglia simboleggia infatti una parziale garanzia di sicurezza, e rappresenta un punto fermo per l’intero nucleo.
Purtroppo, però, gli immobili possono essere sottoposti a pignoramento, ovvero un procedimento giuridico attraverso il quale un creditore ottiene il diritto di vendere una proprietà del venditore per soddisfare un debito non pagato.
Questo processo, in genere, segue una sentenza del Tribunale, e coinvolge l’intervento di un ufficiale giudiziario: il creditore presenta una richiesta di pignoramento al Tribunale che valuta la situazione e, se approvata, esso emette un decreto di pignoramento.
Dopo la notifica, la casa o gli immobili pignorati vengono solitamente messi all’asta, e il ricavato verrà utilizzato per estinguere il debito. In alcuni casi il debitore può scegliere di riscattare la proprietà prima dell’asta, saldando il debito in corso, ma quest’ultimo processo prevede una serie di passaggi legali piuttosto intricati. Come evitare, dunque, che la propria casa finisca all’asta?
Pignoramento della casa: quando può essere notificato
Il Tribunale competente può emettere il decreto di pignoramento qualora il possessore della casa non abbia effettuato i regolari pagamenti delle rate previste per il mutuo, come stabilisce la normativa vigente.
Nella fattispecie, la legge prevede una serie di provvedimenti sempre più severi nei confronti del pagatore inadempiente. Inizialmente l’ordinamento glissa sui ritardi dai 30 ai 180 giorni, prima di procedere con azioni esecutive. Dopo i 30 giorni, però, scatta l’applicazione della mora, ovvero di una maggiorazione sui tassi di interesse precedentemente stipulati, e in seguito il proprietario dell’immobile può essere iscritto al Sistema di Informazioni Creditizie e bollato come cattivo pagatore. Questa dinamica gli impedirà in futuro di ottenere nuovi mutui o finanziamenti, a meno che non regolarizzi tempestivamente la propria posizione. Se egli continua a non corrispondere il dovuto, infine, è previsto anche il pignoramento, che può essere imposto dopo 18 rate consecutive non pagate, come stabilisce la riforma introdotta nel 2016. Per i mutui accesi prima del 2016, invece, la normativa si fa più stringente: in questo caso saranno sufficienti solo 7 rate non corrisposte per l’approvazione del pignoramento.
Cosa fare quando si fatica a corrispondere le rate del mutuo
Per evitare che la procedura di pignoramento prenda piede, è sempre buona norma contattare la banca o l’istituto creditizio che ha approvato il mutuo, e comunicare agli operatori di riferimento le proprie difficoltà economiche.
Molto spesso, infatti, essi possono suggerire delle soluzioni a favore del proprietario, che spaziano dalla rinegoziazione del mutuo (durata e tipo di tasso) alla sospensione temporanea dei pagamenti.