Addio salario minimo: ecco la soluzione che aspetti da tempo per proteggere il tuo stipendio
Salario minimo: che cosa accadrà dopo la bocciatura del Governo? Scatta un nuovo braccio di ferro tra maggioranza e opposizione.
L’esecutivo Meloni ha recentemente bocciato l’introduzione del salario minimo caldeggiato dalle forze di centro-sinistra, mossa che ha decisamente infiammato l’opinione pubblica e milioni di lavoratori italiani.
Nelle ultime ore, però, la Camera ha approvato un ordine del giorno presentato dalla Lega che prevede delle retribuzioni diversificate per i lavoratori nella Pubblica Amministrazione, a seconda dei costi della vita nelle relative Regioni di appartenenza.
La proposta arriva in concomitanza con la legge delega che blocca definitivamente la proposta sul salario minimo, da mesi cavallo di battaglia da parte delle opposizioni.
L’idea era stata presentata in passato anche da Giuseppe Valditarra, poi finito al centro delle polemiche per alcune sue dichiarazioni, e nelle ultime ore è stato presentato dal deputato di Fratelli d’Italia Walter Rizzetto. Il nuovo sistema consentirà di garantire retribuzioni eque grazie alla contrattazione collettiva, ma le differenze territoriali potrebbero creare una nuova frattura economica tra Nord e Sud: arriva le denuncia del Movimento 5 Stelle.
Salario minimo cestinato, arrivano le gabbie salariali
All’epoca della sua proposta, Valditara aveva specificato: “Non ho mai parlato di compensi diversi tra Nord e Sud, ho solo riportato una problematica sollevata da alcune Regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane“.
Il Movimento 5 Stelle, però, teme che il provvedimento apporterà severe ripercussioni nel Meridione in termini di occupazione e sviluppo di infrastrutture, e i pentastellati lo hanno definito come “l’ennesimo schiaffo dalla Lega e Meloni alla scuola pubblica“. Le gabbie salariali, in effetti, coinvolgerebbero anche milioni di insegnanti negli Istituti statali, e il Movimento ha sentenziato in una nota: “Dunque gli insegnati del Centro-Sud, secondo loro, valgono meno di quelli del Nord, e devono ricevere stipendi più bassi“. Dello stesso avviso anche il responsabile Sud del Partito Democratico, che ha rincarato la dose: “Il provvedimento punta esplicitamente a classificare i cittadini del Meridione e delle aree interne quali cittadini di serie B“.
Il commento di CGIL
La proposta dell’esecutivo ha fatto insorgere anche il sindacato, che ha immediatamente manifestato la propria contrarietà alla prospettiva di gabbie salariali differenziate. E ha inoltre garantito: “Continueremo a lottare e a mobilitarci per una scuola pubblica unitaria, e per dignitose retribuzioni per tutto il personale della scuola su tutto il territorio nazionale“.
Non resta quindi che controllare con regolarità le mosse dei sindacati in questo delicatissimo frangente storico, nonché le contro-reazioni della maggioranza.