Addio Arrigo Sacchi, hanno provato l’impossibile per farlo continuare: comunicazione ufficiale alla FIGC
Lo storico allenatore del Milan, qualche anno fa ha abbandonato quel settore che l’ha reso celebre nella storia calcistica: ecco la verità.
Oggi parleremo sicuramente di un uomo di successo che nella sua carriera non si è certo fatto mancare le critiche. Arrigo Sacchi è sempre andato dritto al suo obiettivo: allenare la squadra che da lì a poco sarebbe diventata la più forte a livello mondiale. La sua ambizione riuscì a realizzarla quando incontrò Silvio Berlusconi, l’uomo che da subito ha creduto nelle sue capacità.
Dopo una carriera calcistica alle spalle in vesti di giocatore, Arrigo inizia ad allenare il Fusignano, squadra del suo paese natale. Nel frattempo si dedica anche all’azienda di calzature del padre, per questo motivo ad intermittenza abbandona la sua carriera calcistica; ma il suo destino si fa ben presto sentire, tornando in quel ruolo che è stato una calamita per l’uomo.
Negli anni ‘80 venne chiamato per allenare diverse squadre tra il Cesena e la Fiorentina. La sua tecnica in fusione con la sua passione non passarono di certo inosservati, tanto che l’allora presidente del Milan, Silvio Berlusconi, lo notò e lo volle con sé.
Da quel momento la svolta. Con un terzo posto in classifica dei 50 migliori tecnici di tutte le epoche, secondo il quotidiano France Football; e diversi premi calcistici di fama mondiale, Arrigo Sacchi si aggiudica la nomina di miglior allenatore della storia del calcio. Nonostante ciò, nel 2014 abbandona il calcio, lasciando un vuoto immenso nella storia sportiva. Cosa è successo ad Arrigo Sacchi?
Arrigo Sacchi dice addio al mondo calcistico: la verità
Per quanto sia stato un personaggio potente nel suo settore, l’allenatore è stato spesso criticato per le sue tecniche schematiche, che spesso andavano a sovrastare le esigenze dei giocatori. La costante ricerca del successo, ha portato il Milan ad ottenere tra gli anni ‘80 e ‘90, uno scudetto, una Supercoppa italiana, due Coppe dei campioni, due Supercoppe e due Coppe Intercontinentali. Tuttavia, dietro a questa fama, si celava un malessere importante da parte dell’allenatore.
Hanno provato davvero di tutto: per mostrargli un’ulteriore riconoscenza, nel 2022 ha ricevuto il Premio del Presidente UEFA, per i suoi risultati sportivi, nonché le sue qualità umane. Tuttavia, la sua scelta è stata categorica. A raccontarlo è stato lui nel 2014: “Ho un avversario terribile che sono riuscito a governare per 22-23 anni, e che alla fine però sta vincendo, ed è lo stress”, spiega ai microfoni della Gazzetta dello Sport. Non a caso l’uomo nel 2001 abbandonò il Parma per la stessa ragione.
“Ho avvisato la Figc già da un anno che a fine mandato avrei lasciato – ha spiegato Sacchi – Non sono stato un bravo padre, ho trascurato mia figlia, e non voglio fare lo stesso con la nipotina nata da poco. E poi non sono più un giovanotto, il mio recupero è più lento”.