Il mondo del cinema affronta un tragico lutto: è scomparso a 78 anni l’attore partenopeo Sergio Solli dopo una vita sul palcoscenico.
Classe ’44, originario dei Quartieri Spagnoli napoletani, Sergio Solli ha segnato un’epoca nel panorama artistico italiano, animando numerosi personaggi di cinema e teatro.
Dopo le prime esperienze lavorative in veste di parrucchiere, l’attore partenopeo ha approfondito la sua passione per le scene, spiccando nel cast della sua prima compagnia teatrale.
Notato dal drammaturgo Eduardo De Filippo, Sergio Solli ha affrontato i primi ruoli significativi della sua carriera nella pièce “De Pretore Vincenzo”, “Gli esami non finiscono mai” e “Natale in casa Cupiello”.
A partire dagli anni ’80, inoltre, ha inaugurato una fortunata collaborazione con il regista e filosofo Luciano De Crescenzo, approdando in seguito anche a svariate sit-com e fiction televisive, tra di esse anche l’iconica “Elisa di Rivombrosa”.
Storico scenografo di Eduardo De Filippo, l’amico Bruno Garofalo ha diramato un asciutto e mesto comunicato sui social. “Notizia triste per me, e per chi lo conosceva. Se n’è andato un altro pezzo di storia napoletana, un amico delle origini. Non mi viene di dire altro.“.
Anche Vincenzo Salemme ha sfruttato la sua voce per rievocare lo spessore umano ed artistico di Sergio Solli: “Ti ho conosciuto quando avevo appena compiuto 18 anni, tu ne avevi 27. Con la tua giacca di velluto blu, ed una vivacità straripante, portavi in dote la leggenda eduardiana giunta al suo apice mondiale negli anni ’70. Eduardo ti aveva affidato il ruolo del giovane violinista un paio di anni prima, in una commedia molto particolare, Il Monumento. Avevi avuto molto successo, Eduardo ti stimava molto. Tu lo amavi tantissimo e, grazie a te, ho avuto il privilegio di lavorare anch’io con quel gigante…“.
“Ti ho voluto bene per la passione con cui hai lavorato sempre, per l’amore che hai saputo regalare agli amici e alle amiche. Per tutte e tutti non eri che Sergio. Sergio che, instancabile, organizzava le comitive, i sabati a Piazza Amedeo.“, ha proseguito Vincenzo Salemme.
E infine, la malinconica chiosa: “Te ne vai, e ti porti via per sempre tutte le voci, le parole e le emozioni che hanno segnato il mio incontro con il teatro che sognavo. Ti porti via un milione di cappuccini bevuti quando il resto del mondo si siede per pranzo, un milione di partite a carte in camerini fumosi o in camere d’albergo, un milione di risate che ci facevi fare con i tuoi racconti.”.