Diego Abatantuono, il tragico annuncio: “Ho perso tutto”
Il grande attore Diego Abatantuono dietro la sua comicità nasconde un periodo buio in cui confessa di aver perso tutto
Diego Abatantuono è uno di quegli attori che ha saputo reinventarsi senza rimanere fisso in un ruolo o un personaggio. Tutti ricorderanno i suoi esordi nei primi anni 80 quando interpreta il “terrunciello” con spiccata cadenza dialettale, grezzo e cafoncello. Ovvero, come spiega lui, “l’immigrato pugliese che s’atteggiava a parlare milanese e dava del terrone a quello arrivato dopo di lui”.
Pellicole che lo hanno portato al successo nella commedia commerciale, dai primi film Fantozzi contro tutti e Il tango della gelosia accanto ad una eccelsa Monica Vitti, fino a quelli che lo hanno consacrato al ruolo per il quale lo abbiamo conosciuto, ovvero Viuuulentemente mia, Eccezzziunale veramente e l’iconico Attila flagello di Dio, vero capolavoro del trash. Ma ve ne sono innumerevoli altri.
Poi, la svolta. Tra la fine degli anni 80 e gli inizi dei 90 Diego Abatantuono si cimenta nei ruoli seri, drammatici, con grande bravura. E sebbene nel 2000 sia tornato al filone comico, il suo personaggio ha subìto una vera trasformazione, la commedia non è più quella trash di un tempo ma molto più delicata e attuale.
La perdita di Diego Abatantuono
Quella di Diego Abatantuono è stata una carriera iniziata col botto, solo nei primi due anni dell’80 ha girato 17 film, ma questo non è stato un bene e lo ha portato ad una grave perdita, come ha raccontato al Corriere. Per l’attore infatti quei film in così poco tempo sono stati “Troppi. Un manager serio, dopo il primo incasso da sette miliardi, m’avrebbe detto ‘stai fermo un anno’. Invece, io fui spremuto, il terrunciello si esaurì e il mio manager fece sparire i soldi messi da parte per le tasse”.
In pratica ha peccato di ingenuità, era giovane, non conosceva ancora quel mondo, ammette: “Non sapevo nulla di quel mondo. A venticinque anni, credevo di essere diventato ricco”.
E racconta: “L’ultima estate fu bellissima. Avevo affittato una villa in Sardegna, invitato gli amici. Arrivò Robert De Niro: stava a Roma su un set e aveva chiesto alla produzione un posto per le vacanze dove nessuno se lo filasse. Infatti, noi non parlavamo la lingua e stavamo sempre a cantare per conto nostro”. Poi, per pagare i debiti, si è dedicato alle serate. In seguito ha fondato la Colorado Film, una sua casa di produzione. Una vera idea vincente.
Oggi è nonno, recita ancora, gli ultimi due film nel 2022, Il mammone e Improvvisamente Natale, e confessa di avere un unico rimpianto: “Un film mai fatto con Massimo Troisi: dovevamo essere due camerieri italiani in America presi in ostaggio con gli avventori del ristorante, ma Massimo morì prima”.