Sushi e dieta: toccasana per la linea, oppure bomba calorica? Scopriamo insieme i pro e contro di questo tipico cibo giapponese.
Da circa vent’anni a questa parte, i ristoranti di sushi hanno goduto di una popolarità sempre maggiore. Dall’altissima concentrazione nelle zone urbane, i locali di sushi sono gradualmente approdati anche alle periferie, spesso con le convenienti formule all-you-can-eat.
La cucina tradizionale giapponese offre agli utenti un’ampia gamma di preparazioni, ambienti dedicati e scelta degli ingredienti, e permette di assaporare delizie esotiche e finalmente a portata di mano. Ma la domanda più pressante è: il sushi è davvero così salutare? E, di conseguenza, come regolarsi con la dieta? Scopriamolo insieme nel prossimo paragrafo…
Il sushi, tradizionalmente, viene associato a deliziosi roll di riso a chicco corto, leggermente acetato e pressato, contenenti bocconcini di pesce crudo e verdura. Gli ingredienti base, quindi, sono riso, salmone, tonno, crostacei, avocado, verdure, wasabi, e spesso del formaggio cremoso.
Certamente, prodotti ittici come tonno e salmone sono un toccasana per la salute, in quanto contengono elevate quantità di omega-3. Questi acidi essenziali aiutano a scongiurare patologie infiammatorie ed autoimmuni, regolano il diabete e prevengono osteoporosi e malattie cardiache. Il pesce considerato grasso, dunque, è un alimento irrinunciabile, ma occorre ponderare attentamente gli abbinamenti a tavola.
Il riso utilizzato nei ghiotti maki, uramaki e nigiri, infatti, viene spesso trattato con aceto e zucchero, e tale procedura implementa notevolmente il suo apporto calorico. Un esempio: un solo rotolo di sushi (6/9 pezzi) può arrivare ad annoverare ben 500 calorie. Inoltre, i cuochi di sushi tendono a compattarlo notevolmente per rassodare i roll attorno al condimento, e la quantità di riso ingerita aumenta sensibilmente nonostante l’apparenza mignon.
Attenzione inoltre alle salse utilizzate per il condimento delle pietanze: lo sciroppo ottenuto dalla soia, infatti, è ricchissimo di sale. Un solo cucchiaio di salsa di soia può contenere fino al 15% del fabbisogno quotidiano di sale, con buona pace della ritenzione idrica! Consigliamo anche di evitare l’accostamento a verdure pastellate e fritte, solitamente proposte come riempitivo in tutti i listini, e di non cedere alla tentazione della cucina fusion. Il consumo di portate cinesi fritte e unte, comune in molti all-you-can-eat, infatti, innalza considerevolmente l’impatto glicemico del pasto.
Il consiglio, perciò, è quello di consumare prevalentemente piatti a base di sashimi: questa preparazione consiste in fettine di pesce crudo servite singolarmente. Nella maggior parte dei casi possiamo scegliere tra tonno, salmone, calamari, polpa di granchio e pesce spada, e accostarli magari a cruditè di verdure.
In tal modo, avremo investito davvero bene il nostro tempo e denaro, senza indugiare a sovrappiù calorici e con scarse proprietà nutrizionali!