Amadeus, a un mese da Sanremo arriva la triste notizia: non ci sarà | Ecco cosa sta succedendo
Fioccano polemiche a pochi giorni dall’inaugurazione di Sanremo 2023: Amadeus nell’occhio del ciclone della stampa.
Il mattatore RAI Amadeus, al secolo Amedeo Umberto Rita Sebastiani, da molti anni rappresenta uno dei volti di punta della pubblica emittente, e sta scaldando i motori per l’ennesima avventura al timone di Sanremo. La prestigiosa kermesse, dedicata alle eccellenze della musica italiani, vedrà i natali il 7 febbraio venturo, non senza l’avvento di inevitabili polemiche.
Nelle ultime ore, in effetti, sui social proliferano accanite polemiche circa il costo dei biglietti, e l’evento è stato definito da vox populi come “Uno schiaffo alla miseria“. Altri utenti si spingono oltre, bollando l’evento come classista: “Praticamente Sanremo è solo per ricchi”. L’abbonamento per le cinque serate della rassegna, infatti, si aggira infatti attorno ai 1.290 euro mentre, per i posti in galleria, scende a “soli” 672 euro.
Amadeus deve inoltre fronteggiare un ulteriore controversia, legata questa volta alla decisione di sopprimere il canonico l’appuntamento con la “Sala stampa Lucio Dalla”. A partire dal 2020, con l’avvento della pandemia mondiale, i vertici di Viale Mazzini avevano infatti scelto di evitare ogni possibile occasione di assembramenti. Alla luce dell’attuale stabilizzazione dei contagi, però, il congelamento della sala stampa sembra destinato a perdurare, con sommo scorno degli organizzatori e degli esclusi.
Amadeus al centro di infuocate polemiche: arriva il comunicato da parte della class action
Per molti anni la “Sala stampa Lucio Dalla” ha raccolto numerosi giornalisti, cronisti d’assalto e addetti stampa, presenti in prima fila per fornire notizie calde sulla rassegna alle rispettive testate. I piani alti RAI, nonostante l’evoluzione della situazione pandemica, hanno deciso di riservare ad un numero limitato di media la possibilità di accedere alla sala stampa del Casinò di Sanremo, scatenando prevedibilmente le ire dei concorrenti minori.
I professionisti dell’informazione esclusi dall’evento hanno quindi formato una class action, pubblicando infine un manifesto per protestare circa la decisione dell’emittente. Si legge nel comunicato: “Siamo quelli della Sala Stampa Lucio Dalla, che per il terzo anno consecutivo non sarà allestita. I cronisti che seguivano la kermesse dal Palafiori per la terza volta saranno solo rettangolini sulla schermata streaming di WebEx. Tecnologia indispensabile e salva-vita in emergenza Covid, surreale e deleteria oggi, quando ormai siamo in grado di gestire anche grandi eventi (come dimostrato, tra gli altri, dall’Eurovision a Torino lo scorso maggio).”.
E ancora: “Alla difficoltà di lavorare senza un luogo fisico (postazioni improvvisate in macchina o al McDonalds, connessione internet instabile, spazi di lavoro affittati a spese proprie…), si aggiungeranno probabilmente (di nuovo) le conferenze stampa in remoto degli artisti, che si accavalleranno una sull’altra, rendendo pressoché infattibile stare al passo con gli aggiornamenti richiesti dalle testate con le quali collaboriamo. Problematica riscontrata anche dai colleghi in Sala De Santis al Casinò.”.
La class action di giornalisti ha infine concluso: “Vi chiediamo di ripristinare la Sala Stampa Lucio Dalla perché è per noi, e per la kermesse, un luogo fondamentale, uno snodo di idee, dove da più vent’anni cresce l’amore per la musica e per il buon giornalismo che la racconti.”.