Paolo Conticini, il lutto che l’ha dilaniato: per l’attore una perdita straziante
Il bravo e simpatico attore colpito da un lutto che ha segnato la sua esistenza. Il suo racconto
Paolo Conticini è uno degli attori più noti del panorama italiano, spesso alle prese con ruoli comici in diverse commedie e cinepanettoni al fianco del grande Christian De Sica, che lo nota fin dal suo esordio nel 1995. Lo abbiamo visto infatti in Vacanze di Natale ’95, Body Guards, Natale sul Nilo, Natale in India, Natale a Rio, Natale a Beverly Hills e anche in Natale da chef.
Ma ha ricoperto anche ruoli più seri come il Maresciallo Gaetano Berardi nella serie Tv Provaci ancora prof! con Veronica Pivetti e Cesare Bocci, in Come un delfino con Raoul Bova e anche in due stagioni di Un medico in famiglia. Conticini ha anche condotto per due anni Lo Zecchino d’Oro. Nella vita privata, di cui è molto geloso, è legato da quasi trenta anni a Giada Parra, sposata con rito civile nel 2013.
Paolo Conticini: il libro
Paolo Conticini alla soglia dei cinquant’anni ha voluto raccontarsi in un libro dal suggestivo titolo Ho amato tutto; ospite a Dedicato, programma Rai, qualche tempo fa ha raccontato cosa lo ha portato a scrivere di sé, il perché di questo titolo e la scelta della linea narrativa.
Per quanto riguarda il titolo ad esempio ha detto: “Potrebbe essere il titolo di una persona più grande di me, ma significa che ho amato tutto davvero quello che la vita mi ha offerto, tutto tutto ho amato. Tante cose mi hanno fatto dispiacere e rattristare ma secondo me dobbiamo amarle quelle cose per diventare una persona più forte”.
E poi confessa una curiosità che nessuno conosceva, ovvero il suo sogno nel cassetto, fare il pompiere: “Volevo trovare un lavoro sicuro per affrontare la vita e metter su la famiglia. Avevo fatto questo concorso e in contemporanea ho fatto anche un provino per il cinema, che è il lavoro più bello del mondo ma molto complesso”. La scelta è ricaduta sulla passione, per fortuna.
Il lutto
Ma il libro di Conticini si snoda come un dialogo tra l’autore e il nonno scomparso e amato, di cui racconta: “Nel mio libro parlo di mio nonno perché è grazie a lui che ho unito la catena di tutte quelle cose che ho scritto, non sapevo come unirle, quindi mi sono inventato un dialogo con mio nonno, in cui io vado sulla sua tomba e gli dico tutte le cose che non sono mai riuscito a dirgli perché pensavo come certe cose fra uomini non si potessero dire, ad esempio “ti voglio bene”, io non sono mai riuscito a dirglielo. Lo vedevo come una figura grandissima da ascoltare, imitare, seguire, ho tralasciato cose per cui poi quando sono cresciuto ho avuto un po’ di rimorso”.
Un’ ultima curiosità che viene svelata è l’appellativo La bella addormentata sul divano rivolto alla moglie: “L’ho conosciuta ad una sfilata di moda, mi ero addormentato e quando ho aperto gli occhi ho visto una ragazza che stava dormendo anche lei, poi si è svegliata e mi sono innamorato subito dei suoi occhi azzurri e l’ho soprannominata così. A lei non frega niente di niente, è al di sopra di tutto, è una principessa”.